L'assessora 'no aborto' spacca le Marche. "Pronti a dare fondi per la vita"

Le battaglia di Giorgia Latini e della giunta da due mesi hanno scatenato un putiferio. "Da marzo aiuteremo le donne incinta in difficoltà economica"

Giorgia Latini

Giorgia Latini

Ancona, 4 febbraio 2021 - L’unica donna della nuova giunta di centrodestra delle Marche si è messa contro un mare di donne della sua regione. "A dire il vero - interviene lei - da un mare di donne ho ricevuto anche attestati di stima e solidarietà".

Assessore Giorgia Latini, cos’ha combinato?

"Ho semplicemente espresso una mia opinione: in un’intervista Rai a inizio dicembre ho detto che sono contraria all’aborto".

Ma da due mesi nella sua regione _ a livello politico, ma non solo _si rischia quasi di parlare più di aborto che di Covid: ed è partito tutto da lei...

"C’è una legge dello Stato, che rispetto e rispettiamo. Nelle Marche, ovviamente, si può abortire. Non è cambiato nulla".

Ma tante donne temono che possa cambiare un po’ tutto. Adesso viene fuori che non volete la pillola abortiva nei consultori. Un giornale ha addirittura titolato ‘Le Marche non sono una regione per donne’.

"La pillola abortiva nei consultori non si consegnava prima, con la vecchia giunta di centrosinistra, non si consegna ora con noi del centrodestra. Lo ha spiegato bene l’assessore alla Salute Saltamartini. La giunta ha risposto a una legittima mozione dell’opposizione – che chiedeva appunto la possibile distribuzione della RU486 in strutture extraospedaliere) – e ha espresso l’altrettanto legittima linea".

Però, a proposito di linee, nei mesi scorsi sono arrivate quelle guida del Ministero per favorirne la diffusione nei consultori. Il Lazio ha dato l’ok ieri.

"Ma il Piemonte, ad esempio, prima le ha applicate poi ha fatto dietrofront. Noi siamo per non applicarle semplicemente perchè non conformi alla legge di riferimento, e cioè la legge 194. C’è una sentenza del Tar delle Puglie che ci dà ragione".

Torniamo al punto: volete rendere più complicato l’aborto, in una regione fra l’altro dove si moltiplicano i medici obiettori di coscienza.

"Guardi, non complichiamo nulla e non mettiamo freni. Siamo per la piena applicazione, reale, della legge 194, che non è stata creata per agevolare l’interruzione di gravidanza, ma per tutelare la maternità e consentire alle donne di salvaguardare la salute nel caso scelgano di abortire. La legge è nata anche per contrastare l’orrore degli aborti clandestini. E sulla pillola abortiva: meglio prenderla in una struttura ospedaliera".

Asessore Latini, ma cos’è per lei l’aborto?

"L’interruzione di una vita, io non lo farei mai".

Lei ha figli?

"Sì, due bellissimi bambini, ancora troppo piccoli per affrontare questi argomenti che, mi creda, anche nella mia parte politica provoca divisioni".

Qualcuno dei suoi le ha detto: ‘Ma chi te l’ha fatto fare?’.

"No, nel mio caso ho avuto tutti vicini. Ho sentito anche il leader del mio partito, Matteo Salvini. Mi ha dato il suo appoggio totale".

Però ci sono stati e ci sono scontri, manifestazioni, cortei, Le hanno anche dedicato scritte non proprio piacevoli: ‘Andiamo a bruciargli la casa’, ‘Questa è guerra’. Paura?

"Paura no, amarezza sì. Qualcuno si è giustificato dicendo che erano citazioni storiche... Sarà, ma io sono stata avvisata da questore e prefetto di quelle scritte. Credo che queste tematiche andrebbero affrontate con toni bassi, costruttivi. Non ho fatto denunce".

Il caso, torniamo a monte, ha fatto più scalpore perchè l’ha tirato fuori lei, una donna.

"E sono le donne che di fronte a una gravidanza devono fare questa scelta, a volte tremenda. Meglio sarebbe con l’aiuto, l’affiancamento del partner. Ma l’ultima parola spetta comunque a noi. E so bene che tante volte sono decisioni che lacerano".

Lei ha mai avuto persone care che hanno scelto di abortire?

"Guardi, se anche fosse non le risponderei mai".

Ma se una sua amica le venisse a chiedere un consiglio?

"La ascolterei, le parlerei, le sorriderei, rispettando in ogni caso qualunque sua decisione. Veder nascere un bambino, una nuova vita, credo sia una delle cose più belle che possano esistere".

Oggi molte ci rinunciano anche, per motivi economici..

"Nelle Marche stiamo preparando l’assestamento di bilancio. Il presidente Acquaroli è d’accordo, individueremo risorse e fondi a sostegno della natalità. Se una donna rinuncia a far nascere un bambino perché non arriva a fine mese, credo che uno Stato debba far di tutto per aiutarla".

Vi diranno: ‘volete dare i soldi a chi non abortisce’.

"Spero che di fronte a politiche di sostegno alla natalità ci sia l’accordo di tutti, senza alcuna distinzione di partito".

Lei è cattolica?

"Sì, ma per capirci non vado tutte le domeniche a messa. Ma tante volte ho bisogno di interiorità, di affidarmi a Dio".

Assessore regionale alla Cultura ma anche la delega alle Pari Opportunità...Pari opportunità per le donne ma anche per il feto, il futuro bimbo o come lo vuole chiamare?

"Chiamiamolo vita. Vogliamo tutelare insieme le donne e la vita".