"La battaglia per la pillola non tutela le donne"

Maria Lina Vitturini della commissione Pari opportunità: "E’ una terapia con enormi contraccolpi, una responsabilità enorme"

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Una battaglia strumentale che poco c’entra con gli interessi delle donne. Così Maria Lina Vitturini che fa parte della commissione pari opportunità di Porto San Giorgio prende posizione sulle polemiche che si sono venute a creare, in merito all’uso della terapia abortiva, secondo la Regione da somministrare solo in regime ospedaliero: "In sostanza si tratta dell’applicazione di una legge che è del 1978, le indicazioni del Ministro Speranza di consentire la somministrazione della terapia anche nei consultori e in regime di day hospital è in larga parte disattesa dalle regioni. La questione non va strumentalizzata. Ho sentito autorevoli medici sulla questione che ribadiscono come non sia una cosa da poter affrontare in maniera rapida e fai da te. La pillola Ru 846 è diversa dalla pillola del giorno dopo. È una responsabilità enorme e nessuno lo capisce, si pensa solo di andare contro i diritti delle donne ma la realtà è proprio il contrario. È una terapia che di fatto provoca una emorragia, si parla di un trattamento invasivo anche psicologicamente. Diventa traumatico sul serio, non va stravolta la realtà, semmai è irresponsabile applicare le linee guida e lasciare le donne da sole in un momento tanto difficile. A Roma devono prendersi la responsabilità di legiferare in questo senso, perché altrimenti è una questione irresponsabile dal punto di vista della salute. Ci deve essere un controllo medico, dunque siamo tutto tranne contro le donne".

La Vitturini è critica anche con chi propone di fare un concorso per coprire posti da ginecologo, mirato a non obiettori: "Non si può fare un concorso per medici obiettori o no, è vero che nelle Marche sono tutti obiettori, ma non si può garantire questa cosa nei concorsi pubblici, di certo la questione non può essere obbligata.

Tutti critici nei confronti di Ciccioli e del governo delle Marche, le commissioni pari opportunità sono mobilitate ma perché nessuno si è espresso sull’assessore Giorgia Latini minacciata di morte? Lì non parla la commissione pari opportunità? Non è donna perché è di centro destra?".