Bologna, ragazza nigeriana costretta a prostituirsi. Smantellata la rete

Un uomo e due donne avevano fatto arrivare la sedicenne in Italia nel 2015 con la promessa di un lavoro

La ragazza era finita sulle strade di Lavino

La ragazza era finita sulle strade di Lavino

Bologna, 16 marzo 2018 - Adescavano ragazze, spesso anche minorenni, per convincerle a trasferirsi in Italia dalla Nigeria, con la promessa di un lavoro, così da aiutare la famiglia in difficoltà economica. La polizia, dopo un'indagine della Squadra Mobile, nata dalla denuncia di una ragazza di 19 anni, costretta a prostituirsi in città, ha arrestato un uomo di 38 anni e due donne di 36 e 24 anni, tutti nigeriani, con l'accusa di immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.

I tre, infatti, avevano messo in piedi una vera e propria tratta di donne che dalla Nigeria portava in città. Una di queste, infatti, che si è ribellata allo sfruttamento e chiesto aiuto a una Onlus, per poi rivolgersi alla polizia, agli agenti ha raccontato che nel 2015, quando aveva solo 16 anni, era stata avvicinata dal trentottenne che le aveva assicurato di riuscire a portarla in Italia e farla lavorare come collaboratrice in una famiglia, in cambio di trentacinquemila euro.

La ragazza, quindi, aveva accettato la proposta visto anche che la sua famiglia aveva seri problemi economici. Prima del viaggio, inoltre, la sedicenne era stata sottoposta al ju-ju, un rito della stregoneria tradizionale della Nigeria, con cui le ragazze si sentono poi costrette a dover saldare il debito nei confronti del loro protettore. La ragazza, poi, dopo un viaggio dalla Nigeria alla Libia, passando per il Niger, è sbarcata in Sicilia, ha viaggiato fino a Napoli e poi è arrivata a Bologna, dove è entrata in contatto con la ventiquattrenne e la trentaseienne.

Le due donne hanno accompagna la sedicenne in una casa di Castelfranco Emilia (nel Modenese) e l'hanno poi costretta a prostituirsi a Lavino. I suoi aguzzini le avevano imposto anche dei rigidi orari di lavoro, dalla mattina alle 9.30 alle 18.30, durante i quali la ragazza doveva racimolare più soldi possibili per pagare i 35mila euro richiesti per il viaggio. Dopo un anno di sfruttamento, la ragazza però era stanca della vita che era costretta a fare e si era quindi ribellata, ma le due donne l'avevano minacciata dicendo che avrebbero fatto del male alla sua famiglia in Nigeria.

Dopo l'ennesima richiesta di prostituirsi anche la notte, però, la ragazza, nel maggio dello scorso anno, si è rivolta alla Onlus che l'ha poi messa in contatto con la polizia. Gli agenti, anche attraverso l'utilizzo delle intercettazioni, hanno potuto ricostruire la tratta messa in piedi dai tre nigeriani e dai racconti della vittima, inoltre, si è appreso che anche altre due ragazze, sempre nigeriane, sarebbero state costrette a prostituirsi.

L'uomo, quindi, è stato arrestato in Calabria, le due donne, invece, sono state fermate a Castelfranco, mentre resta indagato il fidanzato della ventiquattrenne anche lui coinvolto in questa vicenda.