Officine Barbieri: "Investendo siamo un’azienda d’acciaio"

Premio Mascagni, dalla copertura dello stadio della Juventus a componenti del Mose di Venezia: l’attività delle ferraresi Officine Barbieri

Dante e Nicola Barbieri e Annalisa nell'azienda di famiglia che ha sede a Scortichella

Dante e Nicola Barbieri e Annalisa nell'azienda di famiglia che ha sede a Scortichella

FERRARA, Da quarant’anni sono duri come l’acciaio, anzi lo lavorano, lo modellano. Con successo. Sono le Officine Barbieri, realtà produttiva ubicata nell’Emilia profonda, in una località del Comune di Bondeno, nel Ferrarese, per la precisione a Scortichino. Qui il titolare, Nicola Barbieri, 85 anni, fa il punto della situazione, al netto del Coronavirus di questi tempi imperanti.

Barbieri, quali sono i vostri prodotti di punta? «Potrei definirle delle strutture meccaniche medio -pesanti per conto terzi. Ma in realtà realizziamo un prodotto finito, in genere non una semplice componente. Trasformiamo in prodotto il disegno che il cliente ci dà; insomma, dal taglio al pezzo finito».

Qualche esempio… «La copertura dello Juventus Stadium a Torino, importanti componenti del Mose di Venezia, macchine per il riciclaggio, così importanti oggi, componenti per autogru, pezzi per il sistema ferroviario».

Le Officine sono un’azienda a carattere familiare. «Esattamente. Mia moglie Maria è cotitolare, ha lavorato qui fino a dieci anni fa. Con me operano i nostri figli Roberta (in amministrazione) e Dante (in produzione), la nipote Annalisa (attivissima, è anche componente del Consiglio dei giovani di Confindustria ndr) e presto entrerà anche l’altro nipote Federico».

La sua è una storia che viene da lontano… «Ho studiato alle ‘Taddia’ di Cento; con me c’era anche il futuro vescovo ausiliario di Bologna Ernesto Vecchi. La mia prima occupazione è stata in Montedison a Ferrara come tornitore, poi per molti anni ho fatto l’idraulico sui Lidi ferraresi. Nel 1981 ho creato l’azienda».

Che è subito cresciuta. «Appena 5 anni più tardi abbiamo acquisito la Ossind che si occupa di taglio delle lamiere».

Possiamo dire che uno dei motivi del vostro successo è l’innovazione? «Certamente. Nei nostri stabilimenti si trovano macchine all’avanguardia, robot «intelligenti» e, soprattutto, manodopera specializzata, quella che manca in molte realtà produttive e che spesso tarpa le ali all’espansione del business. Del resto, negli stabilimenti del nostro Gruppo, situati a Scortichino e Zerbinate, la visione nel lungo periodo e l’investimento in alta tecnologia sono stati e sono alla base dei risultati compiuti negli anni».

Virus a parte, come giudica il mercato? «L’epidemia va a inserirsi in una situazione di per sé già complicata col mercato stanco. Le commesse pubbliche italiane sono pressochè ferme e, sul fronte estero, la Germania evidenzia grandi difficoltà: soffre anche a seguito delle misure protezionistiche assunte dagli Usa per quanto riguarda il settore automotive»