"Al Museo Byron i cimeli di Craxi e Spadolini"

La struttura, che inaugurerà a ottobre Palazzo Guiccioli, ospiterà memorabilia dei due storici esponenti laici. Ne parla Cosimo Ceccuti

"Al Museo Byron i cimeli di Craxi e Spadolini"

"Al Museo Byron i cimeli di Craxi e Spadolini"

Il 26 ottobre a Palazzo Guiccioli a Ravenna inaugurerà il Museo Byron e del Risorgimento. Una parte dei cimeli provengono dalla Fondazione Craxi ed una parte dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, il cui presidente Cosimo Ceccuti, già professore di Storia del Risorgimento alla Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze, ha sposato il progetto fino al punto di cedere in comodato parte della preziosa collezione della Fondazione.

Professor Ceccuti, cosa significa un Museo del Risorgimento a Ravenna, città che all’Unità d’Italia ha dato un contributo determinante?

"Io assimilo Firenze a Ravenna: due città con una grande storia e una vocazione Risorgimentale determinanti per l’Unità. Basti dire che il disegno di Cavour di Plombieéres, dell’Italia divisa in tre Stati fallì proprio perché Toscana ed Emilia e Romagna non accettarono gli accordi di Villafranca e votarono l’unione al Regno di Sardegna. Negli ultimi decenni purtroppo la storia del Risorgimento è stata ridimensionata, bisogna andare nelle piccole realtà locali come Marsala e Caprera per trovarne traccia mentre le grandi città hanno un po’ trascurato questa storia a parte Roma, Milano e Torino. A Firenze il Museo del Risorgimento fu chiuso un secolo fa, nel 1924, ed il materiale oggi è tristemente raccolto in scatoloni nei depositi comunali. L’unico Museo analogo a Ravenna è nella Villa di Giovanni Spadolini, dove costatiamo ogni giorno cosa rappresenta per esempio per gli studenti".

Ci racconti bene cosa succede…

"Noi siamo oggi nell’epoca dell’immagine più che della parola. E per i ragazzi, soprattutto i più giovani delle elementari e delle medie, trovarsi la storia rivissuta direttamente attraverso le fonti d’epoca è un’emozione fortissima. Io stesso vedo la loro reazione. Perché le immagini raccontano una storia fatta di eroi, ma anche di gente comuni, come i volontari toscani che partirono per Curtatone e Montanara, i Mille di Garibaldi, quelli che difesero Bologna dalla Restaurazione. Questi cimeli per i giovani diventano simbolo non solo di una storia ma di una identità, l’Unità d’Italia esce dai libri e diventa esperienza viva e condivisa".

Tanto più oggi che si parla di necessità di recuperare i veri valori civili e costituzionali giusto?

"La nostra Costituzione non a caso viene da quella della Repubblica Romana di Mazzini che era anche più democratica della nostra. Questi personaggi e questi concetti, che Antonio Patuelli racconta in un bellissimo libro che raffronta la costituzione di Mazzini e quella del Papa, sono fondamentali da recuperare".

C’è attesa per capire nel dettaglio cosa sarà visibile a Ravenna della vostra collezione…

"Con gioia abbiamo partecipato a questo progetto: la nostra è una piccola partecipazione rispetto alla collezione garibaldina di Bettino Craxi, ma è al contempo una grande partecipazione per il significato dei pezzi che cederemo in comodato, tutti legati alla Romagna. I cimeli per noi sono il completamento dei libri: alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia la biblioteca narra la storia di tutto il Risorgimento, da Mazzini a Vittorio Emanuele II, da Garibaldi a Cavour. Ed abbiamo i cimeli che raccontano come questa storia sia stata vissuta anche dalla popolazione che voleva essere parte di una identità, di una idea, di un movimento anche negli oggetti di uso comune, tipo le tabacchiere, le pipe, gli oggetti più umili che richiamano la volontà del Paese di avere vicini i protagonisti del Risorgimento".

E poi ci sono i grandi momenti della storia rivissuti con la forza dell’immagine…

"Il museo avrà alcuni ritratti in bassorilievo cartaceo di Garibaldi e Vittorio Emanuele II. In particolare, le scene di Garibaldi che fugge agli austriaci a Ravenna nel luglio del 1849 o che trasporta Anita sulle spalle nella palude richiamano la storia più emozionante, personale e romantica dell’eroe: fuori di testa e devastato dalla morte della moglie, incapace di reagire, viene preso in consegna uno a uno dai Patrioti – a cominciare da don Giovanni Verità - per aprirgli la via della fuga con trentamila austriaci pronti a giustiziare l’eroe e chiunque lo aiutasse".

L’immagine di Pio IX ha una storia intrecciata a Ravenna… "C’è infatti una litografia che lo ritrae in una barca abbandonata alla tempesta, metafora della sua situazione dopo la famosa allocuzione del 29 aprile 1948 che “manda in soffitta” il neoguelfismo, ovvero l’illusione che il Pontefice potesse porsi alla guida del movimento di indipendenza nazionale. La storia in effetti si lega molto alle Legazioni pontificie di allora. Ci sono manifesti emblemetaci sulla visita di D’Azeglio a Bologna del 1859, la “Sortita della Lunetta” ad Ancona, i fatti dell’8 maggio ‘49 a Bologna. Nella vicenda dei personaggi del Risorgimento ce n’è anche una più recente e simpatica".

La racconti professore…

"Craxi e Spadolini erano rivali politicamente, si contendevano l’area laica: ma erano anche amici ed entrambi appassionati di Risorgimento, sebbene Craxi fosse più per Garibaldi che riteneva socialista (anche se non lo era in senso marxista) mentre Spadolini era per il Risorgimento in generale. I due parlavano e discutevano spesso di Risorgimento e delle loro collezioni, ma non venne mai loro in mente di unire le due raccolte. Ecco, mi fa piacere pensare che grazie all’intuizione ed all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna ci sarà finalmente un Museo in cui i cimeli delle due collezioni si ritroveranno assieme".