
Il settore alimentare in Emilia-Romagna comprende 6.883 imprese artigiane (foto di repertorio)
Il settore alimentare sotto la lente. L’ufficio studi di Confartigianato Emilia-Romagna ha realizzato e diffuso una nuova rilevazione congiunturale dedicata – in occasione delle festività natalizie e di fine anno - all’artigianato alimentare e alle eccellenze della nostra regione. Alcuni dei numeri chiave: 1,3 miliardi di euro di spesa alimentare delle famiglie emiliano-romagnole a dicembre; 6.833 imprese artigiane di alimentare, bevande e ristorazione, pari all’1,8% delle imprese totali dell’economia regionale e al 6,6% dell’artigianato emiliano-romagnolo; 27mila addetti nelle imprese artigiane di alimentare, bevande e ristorazione, pari all’1,7% degli addetti totali dell’economia regionale e al 9,9% degli addetti dell’artigianato regionale. L’Emilia-Romagna è la seconda regione per esposizione sui mercati esteri per alimentari e bevande; sono 8,8 i miliardi dell’export: il 10,6% delle esportazioni manifatturiere e il 5,8% del valore aggiunto regionale; +5,3% export alimentare e bevande nei primi 6 mesi del 2024 su base annua.
"Numeri che fotografano l’importanza strategica di un settore fondamentale – è il commento di Tiziano Samorè, segretario provinciale di Confartigianato della provincia di Ravenna – perchè ovviamente a questi dati vanno uniti quelli relativi all’indotto, che va dalle aziende produttrici di impianti e macchinari per la lavorazione, per la conservazione, il packaging, ai servizi. Inoltre, si tratta molto spesso di produzioni che hanno un’identità ben definita, impossibili da delocalizzare proprio perchè radicate a tradizioni e al nostro territorio". Samorè chiede al governo di non dimenticare le piccole aziende, "forza del nostro Paese che non deve mai essere sacrificata".