Bruzzone: "Tanti gli omicidi su commissione Ma il killer di Ilenia non era un professionista"

L’analisi della criminologa: "Non è uno scenario improbabile, specie con tanti soldi in ballo. L’assassino secondo me era giovane e inesperto"

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Un delitto su commissione nella tranquilla Faenza. L’ipotesi più accreditata che si profila dietro all’omicidio della 46enne Ilenia Fabbri ha lasciato senza parole più di uno in città, eppure secondo la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone delitti di questo tipo non sono purtroppo così rari.

Bruzzone, lo scenario del delitto su commissione ha stupito anche lei?

"No, anzi. In realtà non è una cosa dell’altro mondo, ne abbiamo visti negli anni di delitti su commissione. Senza scomodare il delitto Gucci, anche l’aggressione a Lucia Annibali è stata fatta su commissione. Diverse aggressioni e attacchi con l’acido recentemente sono stati fatti su commissione, non è certo uno scenario così improbabile. Soprattutto quando ci sono in ballo somme di denaro rilevanti".

Il suo riferimento è alle cause tra la 46enne e l’ex marito in merito a questioni economiche rimaste in sospeso tra i due, e al risarcimento che la donna aveva chiesto. Pensa che questo potrebbe essere effettivamente il movente?

"Pare di capire che la vita di questa donna sia stata rivoltata come un calzino, e ombre non ce ne sono. L’unica relazione problematica era quella con l’ex, e a questa si aggiungono le modalità anomale dell’omicidio. Si vedrà se la pista risulterà fondata, ma al momento è sicuramente un elemento da considerare". L’omicidio è avvenuto con un coltello da cucina trovato in casa. È plausibile che un assassino su commissione usi un’arma ‘di fortuna’?

"Alcune di queste aggressioni sono affidate a balordi, soggetti con scarsissima competenza criminale che poco hanno chiesto per commettere questo tipo di delitti, e che poi si dimostrano disastrosi nell’esecuzione. E sembrerebbe questo il caso". Quindi forse le cose per il killer non sono andate secondo i piani?

"La vittima si è sottratta alla presa, ha cercato riparo: non è il modus operandi di un professionista. L’omicida non ha mostrato grande controllo della scena. È anche possibile che l’esecutore materiale non sia troppo lontano dalle sfere di conoscenze del mandante".

E pensare che solitamente, quando si pensa a un omicidio su commissione, vengono in mente questioni di mafia.

"Non è più così. E anzi, i moventi spesso sono banali, o quantomeno motivati da scenari che apparentemente non sembrano rilevanti, ma che diventano motivo di odio insanabile".

Anche lei, con le informazioni circolate finora, pensa che effettivamente la pista che gli inquirenti stanno battendo al momento sia quella più probabile?

"È difficile immaginare altri scenari, condivido la scelta della Procura di concentrarsi sulla pista del delitto su commissione. L’azione di uno squilibrato sconosciuto che si introduce in casa a quell’ora mi sembra difficile. Qualcuno è entrato perché lì doveva entrare, e con un preciso obiettivo. È anche possibile che l’omicida abbia prima cercato di strangolare la vittima e che lei si sia sottratta, la modalità descritta sembra la scelta di qualcuno che aveva un piano diverso e non è riuscito a metterlo in atto, e a quel punto non poteva lasciare la donna in vita. Questo mi fa pensare che sia un soggetto inesperto e giovane".

Sara Servadei