Ravenna, chiusa comunità per minori. "Droga e caos"

Eccessivo permessivismo degli operator i ed episodi di stalking ai danni di un vicino. Il provvedimento notificato dalla polizia locale

Il centro non era in grado di contenere i comportamenti trasgressivi dei ragazzi

Il centro non era in grado di contenere i comportamenti trasgressivi dei ragazzi

Ravenna, 19 maggio 2020 - Più ospiti del numero consentito, un solo operatore notturno e tanti, troppi interventi delle forze dell’ordine negli ultimi due anni. La comunicazione inviata a fine aprile dal procuratore dei Minorenni di Bologna Silvia Marzocchi al sindaco Michele de Pascale, faceva inoltre riferimento all’uso di stupefacenti all’interno della comunità e a numerosissimi episodi di stalking nei confronti di un vicino. Un quadro tratteggiato grazie alle indagini dei carabinieri del nucleo Investigativo e alle ispezioni degli agenti della polizia locale che ha portato alla revoca dell’autorizzazione della struttura in questione, una comunità educativa ravennate per minorenni.

Il provvedimento è stato notificato domenica scorsa dalla Municipale ai diretti interessati e deciso dal dirigente della competente area del Comune alla luce di quella che la procura minorile aveva bollato come "quotidiana assenza di regole e di controllo sugli ospiti", che come tale induceva a pensare che il centro in questione, non fosse in grado di contenere taluni comportamenti trasgressivi dei ragazzi e di svolgere dunque "adeguata funzione educativa" a causa di "eccessivo permessivismo e lassismo" degli operatori. A questo punto la comunità, prima di chiudere, avrà cinque giorni di tempo per distribuire i suoi giovani ospiti in altre strutture adeguate.

Da tempo gli inquirenti avevano messo gli occhi su quella struttura ravennate. Nel dettaglio, a inizio anno erano scattate le verifiche dei militari dell’Investigativo in merito a possibili condotte vessatorie di alcuni dei ragazzi – almeno tre, ora dunque indagati a piede libero per stalking - nei confronti di un vicino. In particolare, secondo quanto riportato nelle denunce fatte dal diretto interessato e in taluni casi corredate dai video degli episodi (in totale oltre 50 negli ultimi due anni), alcuni dei minori sarebbero arrivati a prenderlo di mira tra sfottò, schiamazzi e atti osceni giungendo perfino a gettare pipì nella sua proprietà, anche dopo averla raccolta in una bottiglia. Dalle successive verifiche dell’Arma, erano poi emersi segni all’interno della struttura legati al possibile consumo di stupefacenti: su questo fronte, è lecito supporre via siano accertamenti in corso. Altre ispezioni, questa volta della Municipale, avevano svelato ulteriori possibili criticità. In particolare gli agenti erano giunti al centro il 26 aprile e il 31 ottobre 2018, e poi il 2 aprile e il primo ottobre 2019. Dalle conseguenti relazioni finite sui tavoli della procura minorile, erano emerse situazioni di contestata irregolarità: vedi, dalla prima ispezione, il mancato rientro dei ragazzi all’orario prestabilito.

Nell’ottobre 2019 erano state messe in evidenza le intemperanze manifestate da uno degli ospiti. Un quadro alla luce del quale l’amministrazione comunale ha deciso di revocare l’autorizzazione al funzionamento della comunità il cui ultimo rinnovo risaliva al 24 maggio 2018. Sarà ora compito dell’Ausl Romagna e della polizia locale vigilare sul rispetto del provvedimento contro il quale il responsabile della struttura potrà fare ricorso entro 60 giorni al Tar o, in via straordinaria, entro 120 giorni al capo dello Stato.