Coronavirus Ravenna 9 marzo, musei e monumenti, nuovo stop. Giro di vite per biblioteche

Il decreto di Conte. Da ieri non sono consentite anche le attività delle scuole di ballo Dovranno chiudere anche le sale slot o di scommesse. Vietate le cerimonie e i funerali

Un colpo d’occhio di una via Argentario deserta

Un colpo d’occhio di una via Argentario deserta

Ravenna, 9 marzo 2020 - Slitta dal 15 marzo al 3 aprile il giro di vite del nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a cui si aggiunge quello emanato dalla Regione, e firmato dal governatore Stefano Bonaccini. Infatti, dopo un momentaneo ’allentamento’, ritornano chiusi i musei e altri luoghi della cultura. Cancelli chiusi quindi per San Vitale, la tomba di Dante, il Mar, la Domus dei Tappeti di Pietra e tutti gli altri monumenti della città e della provincia. Novità dell’ultimo decreto, la chiusura anche delle biblioteche: porte chiuse quindi per la Classense, ma anche per la Manfrediana di Faenza e la Maria Goia di Cervia. Così come la Taroni di Bagnacavallo, la Fabrizio Trisi di Lugo e tutte le altre biblioteche dei 18 comuni.

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Anche molte attività sono finite nella morsa del decreto firmato nella notte fra sabato e ieri: non sono infatti consentite le attività di pub, scuole di ballo (moltissime quelle presenti sul territorio, soprattutto quelle di folk romagnolo), sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. La pena in caso di violazione? La sospensione dell’attività. Sarà invece consentita l’attività di ristorazione e bar, ma con l’obbligo (e non più il consiglio, come sette giorni fa), a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. anche in questo caso è prevista la sospensione dell’attività in caso di violazione.

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Giro di vite anche per gli ospedali. Da ieri è vietato agli accompagnatori dei pazienti di restare nelle sale d’attesa dei reparti e all’accettazione e dei pronto soccorso. L’accesso di parenti e visitatori sarà estremamente limitato. Le misure emergenziali di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio da Coronavirus colpiscono anche la Chiesa e i suoi riti. Non sono infatti consentite le cerimonie religiose (al pari di quelle civili), compresi i riti funebri. Le chiese però possono rimanere aperte, salvo l’adozione di misure organizzative tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

Sempre off limits i convegni, i congressi, le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato. Così come resta fortemente raccomandato, negli esercizi commerciali all’aperto e al chiuso, che il gestore garantisca l’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori. E per quel che riguarda le scuole e le università? Al momento lo stop arriva fino al 15 marzo per i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, i corsi professionali, master e università per anziani. E, al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludere anche qualsiasi forma di aggregazione alternativa.

 

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