REDAZIONE RAVENNA

Cotignola, gli argini la priorità. Danni per 500 persone e 40 aziende

L’acqua ha invaso una parte del paese dopo la rottura sul lato di sinistra del fiume Senio. Il sindaco Settembrini: "Per prima cosa abbiamo messo al sicuro i cittadini". Quindici gli sfollati.

La rottura del fiume. Senio in via Ponte Pietra, alle porte di Cotignola (foto Protezione civile di Cotignola)

La rottura del fiume. Senio in via Ponte Pietra, alle porte di Cotignola (foto Protezione civile di Cotignola)

Una frattura lungo l’argine di sinistra del fiume Senio, di fianco a via Ponte Pietra a 400 metri a valle della Chiusaccia a Cotignola, che, con l’abbassarsi della soglia del fiume, diventa sempre più visibile. Un vuoto da cui sono uscite le acque che, dapprima hanno allagato i campi circostanti, per poi espandersi in poco tempo alla zona artigianale vicino allo svincolo dell’autostrada, lambendo in parte il centro cittadino, e infine riversarsi verso la vicina Lugo. Un incubo che si è concretizzato alla fine di una lunghissima notte "quando si vegliava con attenzione la piena del fiume – racconta uno sfinito volontario della protezione civile –. La nostra preoccupazione era rivolta all’argine ricostruito dopo l’alluvione dello scorso anno, vicino al campo di tiro con l’arco". Lì a maggio del 2023 le acque avevano sfondato e invaso la città. Lì era stato ricostruito l’argine.

"La scorsa notte – continua –, l’acqua aveva portato via parte della terra, facendo affiorare i massi ciclopici appena sistemati, ma l’argine ha retto. Proprio quando stavamo per tirare un sospiro di sollievo perché la soglia idrometrica si stava abbassando, il fiume ha rotto a monte, in un tratto nuovo". Sul posto erano già arrivati i soccorritori allertati dall’innalzamento dell’allerta da arancione a rossa. "Un fiume in piena con correnti fortissime ha travolto il territorio – raccontano due vigili del fuoco del comando di Mantova –, abbiamo tratto in salvo le persone dai balconi delle case e dai tetti con i mezzi anfibi e con gli elicotteri". Il giorno dopo la lama d’acqua è in gran parte rientrata e si corre contro il tempo per cercare di rimarginare quella ferita. Bisogna consolidare il tratto di argine a monte della rottura per permettere ai mezzi pesanti di poter scaricare i massi ciclopici proprio nella voragine e, quindi, ripristinare l’argine. "Il cantiere sta avanzando – commenta il sindaco, Federico Settembrini – in sinergia con l’autorità di bacino, la Regione e la protezione civile. Dopo si sistemeranno anche altri tratti dell’argine che si sono ammalorati. La prima azione è stata verso le persone, cercando di metterle al sicuro, adesso è il momento di lavorare sugli argini, prima che piova ancora. Purtroppo sono circa 500 i cittadini coinvolti da questa tragedia e oltre 40 le aziende, molte delle quali avevano subito danni sia dall’alluvione del 2023 e in alcuni casi anche dalla bomba d’acqua di maggio".

Ai bordi delle strade tornano le cataste di mobili, indumenti, attrezzi che acqua e fango hanno devastano all’interno delle abitazioni e delle aziende. I livelli delle acque si stanno abbassando e la rete delle strade principali è percorribile, bisogna porre qualche attenzione in più per le stradine di campagna; 15 gli sfollati. Attivato il numero (8-20) per segnalare le necessità di pulizia delle case allagate o per dare un aiuto alle attività di pulizia dal fango: 339 8310504. Il Maria Cecilia Hospital non è stato interessato da allagamenti e le sue attività sono garantite.

Matteo Bondi