
L’alluvione in via Ponte Romano (Tedioli)
Serve un piano Marshall per l’edilizia residenziale pubblica. A maggior ragione dopo gli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio ravennate. A riferire sulla necessità di un piano casa nuovo e strutturale, nonché sulla necessità di investimenti che vadano ben oltre la gestione ordinaria e la manutenzione delle case popolari è Lina Taddei, presidente del consiglio di amministrazione di Acer Ravenna. "Il futuro dell’edilizia residenziale pubblica non può essere solo demandato agli enti locali e agli enti gestori – evidenzia Taddei –, ma bisogna prevedere un vero piano casa che manca dal 1943, anche alla luce dei cambiamenti climatici bisognerebbe avere (per esempio, nda), il coraggio di pensare di collocare gli edifici in altre aree, e prevedere accorgimenti per rendere resilienti gli edifici stessi". D’altro canto proprio la provincia di Ravenna, tra tutte, è stata quella che ha subito i danni più ingenti e corposi nel patrimonio di edilizia pubblica, soprattutto a Faenza, leggasi oltre agli alloggi di via Cimatti, i condomini di via Ponte Romano. Proprio da via Ponte Romano i residenti avevano manifestato più volte il proprio disappunto per i ritardi negli interventi di ripristino. La presidente però tiene a sottolineare che era stato fatto presente agli affidatari la possibilità di individuare altri alloggi per gli affidatari, ipotesi però che le persone che vivono in via Ponte Romano avevano per lo più scartato nella speranza di interventi più tempestivi. "Abbiamo in organico dieci tecnici, e appena è stato possibile abbiamo inviato il nostro personale, anche non tecnico, mappando le situazioni. E abbiamo creato dei protocolli di intervento che prima non esistevano. Abbiamo poi cercato di fare fronte all’emergenza con le risorse disponibili – prosegue Taddei – a fronte di complessivi 9 milioni di euro di danni. La Regione in seguito aveva deliberato uno stanziamento di circa 500mila euro per rendere disponibili gli alloggi vuoti che avevamo già in gestione. Mentre l’ordinanza della struttura commissariale è stata invece pubblicata a gennaio scorso".
Molti mesi dopo l’alluvione del maggio 2023 quindi, mentre nel frattempo Acer si continuava ad occupare della gestione ordinaria degli immobili affidati e parallelamente "con risorse e personale limitato" dopo aver mappato gli interventi da svolgere ha perseguito l’obiettivo "insieme alle altre Acer di giungere alle risorse per la riparazione del patrimonio danneggiato".
Quando poi nell’ordinanza del luglio 2023 "è stato pubblicato il primo decreto – rileva Taddei –, era previsto lo stanziamento di risorse per il patrimonio pubblico ma non era menzionata l’edilizia residenziale. C’è stato quindi un impegno importante affinché venisse riconosciuta anche quella parte di ricostruzione". Ora che gli stanziamenti ci sono è stato inoltre, come conferma Taddei "nominato un responsabile unico di progetto per i ripristini degli alloggi. Utilizzeremo le deroghe consentite dalla struttura commissariale per velocizzare gli affidamenti dei cantieri". Sui tempi però è difficile sbilanciarsi.
d.v.