
Due giovani volontari del mercatino dell’Operazione Mato Grosso (foto Tedioli)
Un brulicare incessante di persone, presenze importanti per un’iniziativa che ormai è diventata una tradizione consolidata a Faenza. Dal giorno di Santo Stefano infatti è iniziato il 48esimo mercatino dell’Operazione Mato Grosso, organizzato dall’associazione Don Bosco 3A odv negli spazi esterni dell’ex centro fieristico in via Risorgimento. Un mercatino, come detto, che da quasi cinquant’anni si svolge a Faenza tra Natale e capodanno, attirando ogni giorno centinaia di visitatori. Quest’anno è una tensostruttura a ospitare i banchetti dove sono disposti articoli di ogni genere: mobilio, elettrodomestici, insegne, abbigliamento, giocattoli. Pochissimi articoli hanno i prezzi esposti, perlopiù si contratta a voce e anche questa è un’altra tradizione del mercatino.
"Tutto quello che viene raccolto – spiega Riccardo Banzoli, tra gli organizzatori – è destinato alle missioni dell’Operazione Mato Grosso in America Latina, che si portano avanti da tantissimi anni" e che hanno visto la luce anche grazie all’impegno e all’impronta di persone come padre Daniele Badiali, anch’egli faentino. Non è un caso infatti che proprio in città sia presente uno dei gruppi più numerosi dell’associazione. "Per noi il mercatino – dice Riccardo – è importante non solo per fare vedere alla cittadinanza ciò che facciamo ma anche perché nei giorni di apertura vengono ad aiutarci circa 300 volontari da tutta Italia. È una bella occasione per ritrovarci e condividere il lavoro, ma anche un momento di riflessione". La formula è rodata: "Chiediamo al Comune uno spazio, che ci viene assegnato gratuitamente, e poi i nostri volontari vengono ospitati nella palestra di una scuola. Le spese vive però ce le paghiamo da soli, nel senso che ciascuno dei ragazzi mette una quota per partecipare. In questo modo proprio tutto quello che si riesce a raccogliere può essere destinato alle missioni". L’associazione, inoltre, durante tutto l’anno si dedica "allo sgombro di cantine e solai, e anche alla raccolta porta a porta che viene organizzata apposta. La mettiamo in atto con una ventina di furgoni". È in quelle occasioni che il materiale viene raccolto e poi esposto in vendita. Il cerchio del riutilizzo, in particolare con il mercatino, si chiude poi quando qualcuno acquista gli oggetti, "dando così nuova vita alle cose". Il trend di richiesta da parte degli avventori si conferma quello degli scorsi anni: "Bici ed elettrodomestici. Quest’anno anche tantissimi libri sono stati già richiesti e venduti. Così come vestiti e scarpe". L’affluenza tra ieri e l’altroieri "è stata ottima, diciamo che a Santo Stefano c’è stata un affluenza importante, mentre nei giorni lavorativi ce n’è un po’ meno. Oggi però (ieri, ndr) forse anche grazie alla bella giornata, siamo stati contenti delle presenze". Un ruolo decisivo potrebbe averlo giocato anche la location. Il centro fieristico infatti è stato per anni la sede del mercatino. Lo scorso anno invece si optò per una tensostruttura fuori dal centro sportivo Graziola. "Adesso però alla Graziola c’è tutto il legname rimosso che non è stato portato via e quindi siamo tornati nella sede originaria. In ogni caso il mercatino è un’istituzione, e ogni anno almeno una volta i faentini passano da qui e tornano sempre a casa con qualcosa".
d.v.