
Mirko Bernabè mostra un pezzo di argine franato nel Sintria nella stradina che conduce alla sua casa (foto Tedioli)
Si dicono scoraggiati e preoccupati alcuni residenti di Zattaglia, zona collinare del ravennate dove nell’ultimo anno e mezzo il dissesto idrogeologico ha causato gravissime criticità. Gli abitanti della frazione non hanno mai smesso di interfacciarsi con gli enti locali, ma recentemente sono tornati a chiedere un tempestivo intervento alle Istituzioni in considerazione del susseguirsi delle criticità idrauliche. "Dal ponte della Valletta fino a Villa Vezzano la situazione è ancora tragica – chiarisce Mirko Bernabè, la cui famiglia possiede una proprietà adiacente al torrente Sintria –. Ci sono tutte le sponde del torrente che stanno venendo giù. Io avevo una carraia che costeggia il corso d’acqua e già 15 metri sono stati mangiati dal fiume". Una situazione non facile per la quale già nei mesi scorsi erano stati eseguiti i lavori immediata messa in sicurezza. "Ma c’è necessità di un intervento più strutturato – prosegue –. Mi è stato detto, però, che trattandosi di strada privata mi sarei dovuto arrangiare. Il punto però è che io non ho gli strumenti per sistemare il reticolo idrografico. Posso sistemare quel che rimane della strada, ma non tutto l’argine. Anche perché la questione non riguarda solo noi. Il fiume sta erodendo anche la roccia nella parte inferiore, che si compone di sabbia e di ghiaia, tutto materiale che finisce nel corso d’acqua. Alla Pietralunga le briglie nuove non servono più perché l’acqua sta scorrendo da tutte le parti e anche i massi che erano stati posizionati sono finiti tutti nel fiume".
Da qui la richiesta di intervento inoltrata agli organismi regionali "anche tramite il Comune, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta". Secondo Bernabè "i lavori che erano stati svolti all’inizio dell’anno probabilmente sono da riprendere e da eseguire con più calma perché inizialmente erano stati dati 90 giorni di tempo per sistemare 20 chilometri di corso d’acqua. Ora la situazione è catastrofica". L’apprensione deriva anche dal fatto "che ora abbiamo paura. Dobbiamo lasciare la macchina a 300 metri da qui per arrivare a casa e i miei genitori sono anziani. Se viene giù quello che rimane della strada rischiamo di rimanere isolati". Un intervento individuale non sembra attualmente possibile anche in considerazione degli alti costi quantificati: "Parliamo di un lavoro da circa 300mila euro solo per la parte che riguarda la nostra proprietà. Ci sono stati riconosciuti dei rimborsi, ma parliamo di 5mila euro. La situazione è abbastanza critica e siamo senza risposte". Proprio i tentativi di segnalare la situazione sembrano essersi rivelati finora infruttuosi: "Non capisco perché in altre zone si è intervenuto in pochissimo tempo – conclude –, qui invece ci sentiamo abbandonati".
d.v.