I due esperti incaricati dal tribunale, dovranno esprimersi sulla capacità di intendere e volere del 31enne al momento dei fatti contestati. Dovranno inoltre dirci se l’imputato è affetto da patologie psichiatriche o da disturbi della personalità. E, da ultimo, se possa essere socialmente pericoloso. Sono 60 i giorni di tempo per depositare le conclusioni: quindi a metà gennaio tutti di nuovo davanti al giudice per parlarne.
Si è chiusa così ieri mattina davanti al gip Janos Barlotti e al pm Stefano Stargiorti l’assegnazione della perizia sull’infermiere 31enne ora ai domiciliari e all’epoca in forza alla clinica ’Villa Azzurra’ di Riolo Terme accusato di avere abusato di alcune sue pazienti. Nella scorsa udienza il gip aveva accolto la richiesta della difesa di procedere con rito abbreviato. E aveva dato disco verde a una perizia psichiatrica appunto. Due delle giovani si erano inoltre costituite parte civile con gli avvocati Maddalena Introna e Guido Bernieri. Una terza ragazza, pur presente, non si era invece costituita. Secondo le indagini dei carabinieri coordinate dal pm Stargiotti, sono in totale quattro le pazienti, tutte poco più che ventenni, delle quali il 31enne avrebbe abusato: due con coercizione e due sfruttando la loro condizione e il suo ruolo professionale all’interno della clinica psichiatrica accreditata con il servizio sanitario nazionale.
La procura, dopo avere chiuso l’indagine con la notifica del relativo avviso, aveva chiesto il rinvio a giudizio del diretto interessato. Il 31enne, dopo un periodo trascorso in custodia cautelare in carcere, aveva ottenuto i domiciliari: da quando cioè il tribunale del Riesame di Bologna aveva accolto la richiesta della difesa (avvocato Rita Nanetti) per una misura restrittiva più attenuata. A pesare sulla scelta dei giudici felsinei, vari elementi: tra cui il fatto che l’indagato dal febbraio 2023 avesse intrapreso un percorso terapeutico. Inoltre dopo le dimissioni dalla struttura - la quale lo aveva comunque da subito sospeso -, aveva cominciato a lavorare in uno specifico settore privato con limitato contatto con gli utenti. Sul 31enne pende anche un procedimento disciplinare aperto dal collegio degli infermieri di appartenenza.
Per l’accusa, i contatti con le pazienti si erano verificati perlopiù in reparto e di notte. Nel dettaglio i contestati abusi sessuali sono stati collocati in una manciata di mesi tra novembre 2022 e gennaio 2023. La clinica riolese da parte sua aveva da subito attivato un procedimento interno a carico dell’infermiere decidendo di sospenderlo dall’attività in via cautelare. Tuttavia il 31enne aveva deciso in autonomia di rassegnare le dimissioni e di intraprendere un percorso terapeutico presumibilmente per affrontare quelle stesse problematiche personali che, per la procura, rimandano a quanto accaduto in reparto. Quando i militari di Riolo gli avevano notificato l’ordinanza, si trovava in terapia da circa un anno.