
Il bilancio di Castrese de Rosa che si commuove più di una volta, dopo quasi tre anni di mandato
Diretto e concreto. Il saluto alla stampa del prefetto Castrese De Rosa, ieri mattina in prefettura, non poteva che essere così. Coerente con il suo agire di questi quasi tre anni di mandato ravennate. "Faccio il prefetto per hobby, perché avrei voluto fare il giornalista" ha esordito sorridendo, per spiegare ancora una volta che la sua attenzione nei confronti della comunicazione ha origini antiche e non nasce dal desiderio "di apparire, di essere autocelebrativi", ma dalla consapevolezza di quanto sia importante "far arrivare le notizie ai cittadini". Perché le istituzioni "si accreditano stando vicino ai cittadini".
De Rosa ha ripercorso i due anni e nove mesi a Ravenna, partendo dall’evento calamitoso più grave, l’alluvione. "Ai miei colleghi e collaboratori non avevo bisogno di dire niente perché si è creato un clima di collaborazione e aiuto reciproco da subito. Sono stati giorni in cui non si è mai dormito, mai mangiato per cercare di dare una mano alle persone ed è quello che oggi ci viene riconosciuto. Lascio con questa convinzione: è stato riconosciuto il ruolo di coordinamento sul campo che la prefettura ha svolto". Ha ringraziato tutti i sindaci della provincia, a partire da Michele de Pascale, neo eletto presidente della Regione. "Credo di lasciare una città, una provincia molto più coese di come le avevo trovate". Ha parlato del ‘modello Ravenna’, di quella "capacità di lavorare insieme senza autoreferenzialità, formalismi, con molta concretezza e pragmatismo".
E si è commosso, più di una volta, quando ha ricordato gli sbargli delle navi Ong, quindici in tutto. "Sono arrivate in totale 1517 persone, le definisco persone, non migranti. Bisogna usare i termini giusti: a me non interessa chi siano, sono persone e dobbiamo accoglierle, il prefetto deve andare ad accoglierle in banchina perché è lo Stato che in quel momento sta ricevendo una nave Ong. Dei 1517 che sono sbarcati, 193 erano minori stranieri non accompagnati". De Rosa ha ricordato che Ravenna ha dieci enti gestori dei servizi di accoglienza in 93 Cas sul territorio: "Questa è l’accoglienza diffusa su cui Ravenna può contare". Poi la voce è diventata di nuovo roca per l’emozione quando ha citato la ’Spiaggia dei valori’ a Punta Marina, accessibile ai disabili. "La più bella iniziativa che questo territorio potesse partorire". Ha descritto Ravenna come una città sicura. "Lo dicono le cifre, anche se c’è chi sostiene il contrario. I dati relativi ai reati nei primi 10 mesi di quest’anno indicano un -3,6% di furti rispetto al 2023. I furti in abitazione registrano un -5,7%, negli esercizi commerciali un -20,6%, di auto in sosta un -14,4%, di ciclomotori un -4,3% e di autovetture un -3,5%".
Ha fatto cenno anche all’ultima esercitazione all’interno del distretto Eni. "Ho letto qualche piccola polemica – ha concluso – ma l’abbiamo fatta per testare la nostra capacità di risposta. Non contro una manifestazione pacifica, ma contro un ipotetico gruppo di sabotatori infiltrati". Accanto a De Rosa i viceprefetti Arnaldo Agresta, Nazzareno De Franco e Pierluca Castelli. Lo hanno salutato con affetto, ognuno con un suo ricordo. Il 9 dicembre si insedierà a Ravenna Raffaele Ricciardi. Castrese De Rosa andrà a Catanzaro.
Annamaria Corrado