Il flusso dei volontari diretti verso Traversara di Bagnacavallo non si arresta. In tanti sono accorsi ieri per supportare i residenti che stanno facendo i conti con tutto quello che l’alluvione ha lasciato e portato via. Anche oggi la frazione sarà divisa in due parti: una ‘zona rossa’, corrispondente all’area in cui l’argine del Lamone non ha retto e nella quale si concentrano gli interventi condotti dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile finalizzati a ripristinare la rottura, e una più accessibile attraverso la quale possono transitare aiuti e residenti. Era presente anche l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Francesco Ravagli. Insieme al Comitato dei cittadini alluvionati ha più volte portato all’attenzione della Struttura commissariale i rischi correlati al ponte ferroviario di Boncellino sotto al quale l’accumulo di detriti ha provocato la rottura dell’argine.
Assessore Ravagli, quindi sapevate della pericolosità costituita da quel ‘tappo’ di detriti?
"Come Amministrazione, e parlo anche della vecchia, insieme a tutti i cittadini del comitato promotore a suo tempo di una importante raccolta firme, abbiamo sollecitato più volte il Ministero competente e la Struttura commissariale a esprimersi sul ponte ferroviario di Boncellino. La Struttura commissariale è l’ente che dovrebbe dare risposte in tal senso, che può dire se effettivamente quel ponte è pericoloso o no, e se lo è, mettere a disposizione delle risorse per eseguire interventi mirati".
Perché il ponte ferroviario di Boncellino è considerato così pericoloso?
"Si tratta di un ponte analogo a quello di Sant’Agata sul Santerno, con la stessa tenuta e le stesse caratteristiche. È quindi più basso dell’argine con, in più, un pilone che si trova proprio al centro dell’alveo del fiume. Di conseguenza, ogni volta che si verifica una piena, quel ponte fa da ‘tappo’, favorendo gli accumuli di materiale che impediscono lo scorrere delle acque. Fino a quando resterà così, la situazione non potrà di certo migliorare. La Regione in questi mesi ha lavorato per consolidare e rafforzare gli argini ma finchè non si troveranno soluzioni al problema del ponte ferroviario la situazione resterà sempre incerta. Anche la raccolta firme dei cittadini di cui lei parlava prima è stata inviata alla Struttura commissariale".
Che tipo di risposte avete ricevuto fino ad ora?
"I piani speciali elaborati dalla Struttura commissariale dovevano uscire già nei mesi scorsi. Li stiamo ancora attendendo. Noi vediamo soltanto il nostro pezzo. I piani speciali invece dovrebbero offrire una visione di insieme. Il fiume va analizzato in modo completo nel suo corso da monte a valle. Per questo la Struttura commissariale, nel considerare la situazione nel suo complesso, dovrebbe indicare attraverso i piani speciali quali interventi dovranno essere eseguiti per garantire la sicurezza del territorio mettendo a disposizione anche le risorse necessarie".
Ora continuerete a sollecitare le risposte della Struttura commissariale?
"L’abbiamo fatto fino all’altro giorno e continueremo ovviamente a farlo. Da tempo aspettiamo risposte. Ogni volta che ci sarà la possibilità chiederemo".
Monia Savioli