Il futuro dell’Ortazzo Ortazzino. Più tutele, ma per la proprietà: "non è cambiato nulla"

A metà giugno è prevista la prima udienza in tribunale a Ravenna per la causa civile avviata a seguito del ricorso del Parco. Intanto aumenta la fetta di territorio da preservare .

Il futuro dell’Ortazzo Ortazzino. Più tutele, ma per la proprietà: "non è cambiato nulla"

Il futuro dell’Ortazzo Ortazzino. Più tutele, ma per la proprietà: "non è cambiato nulla"

La questione di rivedere le classificazioni dei livelli di tutela dei quasi 500 ettari dell’Ortazzo e Ortazzino era sul tappeto dalla fine dell’estate scorsa e a presentarla erano state le associazioni ambientaliste ravennati e la capogruppo in consiglio regionale di Europa Verde, Silvia Zamboni (cui a dicembre seguì un documento approvato all’unanimità dal consiglio comunale e proposto da Lista per Ravenna). E se all’epoca l’obiettivo era quello di far transitare da zona C (salvaguardia ambientale) a zona B (salvaguardia generale) l’area più a sud, quella ai confini con Lido di Classe, delimitata da viale dei Lombardi e da via Canale Pergami, ora il Parco del Delta è andato ben oltre perché sono state riviste anche le altre classificazioni di tutela ambientale; così la zona C (72 ettari a prato) passerà a zona B e la zona B transiterà in zona A, ovvero a tutela integrale, la cui estensione aumenterà così dai 71 ettari attuali a 161.

L’Ortazzo e Ortazzino peraltro è l’unico territorio del vasto Parco del Delta a usufruire di tutela integrale, a testimonianza del rilevante interesse naturalistico. Il passaggio da zona C a zona B permetterà all’Ente Parco, in caso di future alienazioni della proprietà, ora in capo alla società ‘Miura Re spa’ del gruppo Cpi Real Estate Italy, di esercitare il diritto di prelazione anche su tali terreni. Il cambio di classificazione avverrà entro alcuni mesi al termine di un iter che prevede interventi di Provincia, Arpae, Regione e Comune di Ravenna. In particolare nella zona B è ammesso l’accesso solo nell’ambito di visite guidate. "Per noi non cambia nulla" fanno sapere da Cpi Real Estate Italy. "D’altra parte per quanto ci riguarda abbiamo sempre rispettato e sempre rispetteremo le salvaguardie di tutela ambientale sull’intera area. Come si sa, la società ferrarese con cui mesi fa era stato firmato un compromesso di vendita, aveva come obiettivo esclusivo quella di avviare una contenuta fruizione turistico- naturalistica dell’area; in altre parole, semplici passeggiate a cavallo nelle zone in cui è possibile l’accesso".

Con la società ferrarese, la Gobbino srl, il contratto preliminare è scaduto qualche mese fa e non è stato rinnovato proprio perché si è verificata una delle condizioni sospensive, ovvero l’avvio dell’azione di riscatto da parte dell’Ente Parco. E proprio in questo contesto, a metà giugno è prevista la prima udienza in tribunale a Ravenna per la causa civile avviata a seguito del ricorso del Parco per vedersi riconosciuto il diritto al riscatto. Diritto che per la proprietà dell’area non sussiste in quanto ritiene che tutte le procedute per mettere il Parco nelle condizioni, a fine 2022, di esercitare il diritto di prelazione a fronte della prima vendita (dalla società Immobiliare Lido di Classe a Cpi Real Estate Italy) siano state osservate. Affermazione che il Parco invece non riconosce.

A decidere sarà ora il tribunale civile, con tempi comunque che saranno molto lunghi. Quella del 19 giugno è l’udienza di comparizione delle parti in quanto la obbligatoria iniziale procedura di mediazione è già stata esperita con esito negativo perché la proprietà non si è presentata.

Carlo Raggi