Il parco eolico offshore di Agnes: "Quanto sostegno dal Comune..."

Verlicchi (La Pigna): "Progetto appoggiato dal sindaco ancora prima che fosse presentato. Tanti i dubbi"

Il parco eolico offshore di Agnes: "Quanto sostegno dal Comune..."

Il parco eolico offshore di Agnes: "Quanto sostegno dal Comune..."

Uno "spasmodico appoggio politico" da parte del sindaco Michele de Pascale, bilanci striminziti da parte della società proponente (e non in grado di reggere elevati costi progettuali), pochissima informazione ai cittadini, rischi rilevanti per l’impianto di stoccaggio dell’energia elettrica e di trattamento e stoccaggio dell’idrogeno prodotto in alto mare. Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna in consiglio comunale, ha deciso di accendere un faro sul progetto di eolico off shore messo in campo da Agnes. E attacca: "avesse il Comune messo lo stesso impegno per le infrastrutture nevralgiche per il territorio come la variante di Mezzano o il raddoppio della linea ferroviaria Ravenna-Castel Bolognese, avremmo tolto Ravenna dall’isolamento in cui l’ha intrappolata la cieca politica del Pd".

"Non discutiamo la validità di un progetto di produzione di energia pulita – ha spiegato in conferenza stampa – ma questo messo in campo da Agnes lascia aperti molti dubbi a partire dal tifo esagerato che da subito, anzi da prima che il progetto venisse presentato, ha sempre fatto il sindaco de Pascale per poi proseguire con i rischi che presenta sotto il profilo della sicurezza, per non dire del rilascio di una concessione demaniale senza che sia stata effettuata nessuna gara". Iniziando dal sostegno del sindaco al progetto, Verlicchi sostiene che esso è stato "prematuro" risalendo addirittura al 2019, con il progetto presentato solo nel 2021, ed è addirittura sfociato in una petizione promossa dallo stesso sindaco "anche se il progetto Agnes non è un’opera o una infrastruttura strategica pubblica, bensì un progetto privato". Progetto relativamente al quale, non più tardi del 17 dicembre scorso, il sindaco si è "addirittura proposto al Governo come commissario, garantendo il rilascio delle autorizzazioni mancanti in soli 120 giorni" e si è battuto (con successo) anche per far avere un contributo pubblico (ex Pnrr) da 70 milioni per un progetto ancora in attesa di autorizzazione unica.

Per non dire del fatto che un simile appoggio può configurarsi come un "condizionamento verso i soggetti pubblici che devono rilasciare la valutazione di impatto ambientale", sostiene. E poi il progetto (rivisto per contrasto con la navigazione delle pale) proviene, sempre ad avviso di Verlicchi, da una società – compagine in cui sono poi entrate Saipem e il fondo F2I - che ha un capitale sociale di 10mila euro e appare "impossibilitata a sostenere non solo un investimento da 1,8 miliardi ma anche la fase progettuale che richiede comunque milioni di euro". Ma non mancano anche perplessità sul fronte della sicurezza. Il 3 maggio 2023 la stessa Pigna aveva presentato un question time sulla pericolosità degli impianti a terra che sono previsti in un’area nei pressi di via Trieste e che è classificata nel Rue come spazio portuale. "Tra gli usi ammessi non sono comprese le stazioni elettriche e di trasformazione né gli impianti di accumulo né la produzione e la distribuzione di idrogeno verde. Complessivamente, conclude La Pigna, "un progetto discutibile che viene imposto alla città senza che vi sia alcun dibattito al riguardo". E senza che ci sia alcun vantaggio per i cittadini in bolletta sul fronte energetico che compensi i disagi patiti per l’infrastruttura.

Giorgio Costa