Le risorse economiche necessarie per la ricostruzione del Ponte delle Grazie sono ufficialmente date per disperse: in Comune nessuno sa dove siano finite, le ripetute sollecitazioni inviate a Roma non hanno avuto risposta. "Quel che sappiamo è che la ricostruzione del ponte non sarà contenuta nell’ordinanza 13bis di prossima pubblicazione – spiega il vicesindaco Andrea Fabbri –. Fino ad ora ci era sempre stato assicurato che l’opera sarebbe stata finanziata attraverso il canale del Pnrr, ma le nostre richiesta di conferma sono rimaste lettera morta". Dalla Società di gestione impianti idrici, partecipata statale incaricata di fungere da braccio operativo per la ricostruzione, non sono arrivati segnali di vita per il nuovo Ponte delle Grazie. Quello che insieme alla ricostruzione del Ponte della Motta, nel Bolognese, è il maggiore fra gli interventi resi necessari dall’alluvione 2023, è dunque sprofondato nelle sabbie mobili della burocrazia. Il vicesindaco Fabbri spiega come anche sotto questo fronte il Comune si sia trovato con le spalle al muro, costretto ancora una volta a tirare le somme: "Se non arriveranno risposte dovremo fare di necessità virtù, e procedere da soli anche nella ricostruzione del Ponte delle Grazie". Si tratterebbe per Palazzo Manfredi di un terzo capitolo nella ‘disobbedienza istituzionale’ che il sindaco Isola ha annunciato ormai una settimana fa, dopo quelli relativi ai rimborsi da 10mila euro a chi ha subito due delle tre alluvioni, e alla realizzazione di un sistema di barriere e aree allagabili che protegga la città dalle piene del Marzeno. Se i primi due interventi prevederanno per Palazzo Manfredi esborsi per il momento valutati in due milioni e mezzo di euro (i nuclei familiari alluvionati due volte sono stimati in circa 250) e in 2,8 milioni – tanto dovrebbe costare un sistema di aree allagabili – la ricostruzione del Ponte delle Grazie si annuncia un’operazione ben più costosa, nell’ordine dei cinque milioni di euro.
La ribellione decisa dal Comune rischia insomma di presentare un conto, nella migliore delle ipotesi, prossimo ai dieci milioni. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che da Sogesid non sono arrivate risposte circa le varie opzioni per il nuovo Ponte delle Grazie che il Comune ha fatto inserire nello studio di fattibilità, col fine di aumentare la portata volumetrica del Lamone in corrispondenza di corso Europa e corso Saffi. Le possibili soluzioni sono due: "Alzare il livello del ponte – prosegue Fabbri – in modo da fare sì che sotto l’impalcato riesca a scorrere una quantità d’acqua maggiore, oppure ottenere lo stesso risultato eliminando i piloni che oggi si innalzano dal letto del fiume, creando dunque un ponte a campata unica. "Con la Regione era partito un confronto, nell’attesa di una risposta. Il paradosso è che la progettazione fu affidata a Sogesid proprio per velocizzare i tempi".
Filippo Donati