
Chiusa per il pensionamento del sacerdote San Giovanni Battista in via Girolamo Rossi, così come San Giovanni Evangelista
La chiesa di Sant’Agata Maggiore è l’ultima ‘vittima’ della carenza di parroci che colpisce non solo la diocesi di Ravenna. La storica basilica di via Mazzini è chiusa da tempo a seguito di alcuni problemi di salute del parroco, don Giuliano Trevisan. Da allora viene aperta saltuariamente, in occasione di eventi quali le liturgie di inizio e chiusura delle vicine scuole Tavelli, o nel giorno di Santa Lucia. "In realtà – spiega il vicario generale don Alberto Brunelli –, la chiusura progressiva di alcune chiese, soprattutto in centro città, è stata il risultato di un riassestamento obbligato ed effettuato ormai da tempo, dovuto non solo alla mancanza di vocazioni, ma anche a quella di fedeli. Manca la materia prima, e cioè i bambini".
Quella di Sant’Agata era stata, negli anni scorsi, preceduta dalla chiusura di altre due chiese del centro, San Giovanni Evangelista in viale Farini e San Giovanni Battista in via Girolamo Rossi, conosciuta anche come San Giovanni della Cipolla, in entrambi i casi per il pensionamento dei sacerdoti. Anche per questi due luoghi di culto l’apertura avviene solo in occasioni particolari, a San Giovanni Evangelista al mattino in occasione di momenti di preghiera per gli studenti, la sera per incontri di meditazione sulla Bibbia. Ogni tanto viene celebrata messa. "A breve il piano terra della canonica di San Giovanni Evangelista Verrà sarà riqualificato per realizzare alcune sale di incontro per turisti e per conferenze". Ci sono poi altre basiliche che ormai da tantissimi anni non vengono più utilizzate abitualmente per attività legate al culto (causa l’elevato afflusso turistico), si tratta di Sant’Apollinare Nuovo e San Vitale.
San Giovanni Battista o ‘della Cipolla’, fino a circa due mesi fa, ospitava invece le funzioni degli ucraini greco cattolici, che si sono trasferiti nella chiesina dei Santi Giovanni e Paolo, all’angolo tra via D’Azeglio e via Cura, meglio nota come chiesa degli Angeli custodi. Il trasferimento è avvenuto in concomitanza con il trasferimento a Ravenna di don Volodymyr Voloshyn, riferimento della comunità. A Santa Giustina, in piazza Duomo, celebrano invece i rumeni cattolici di rito orientale. Diverse chiese vengono utilizzate per le celebrazioni ortodosse. Gli ortodossi russi hanno come punto di riferimento la loro chiesa in via Candiano, gli ortodossi rumeni da anni invece si riuniscono nella chiesa dello Spirito Santo in piazzetta degli Ariani mentre gli ortodossi moldavi celebrano nella piccola chiesa di San Carlino in via Tombesi dall’Ova.
a.cor.