L’ombra di una sagoma nella telecamera

Un uomo vestito di scuro che si allontana a passo svelto è stato ripreso in un orario compatibile con il delitto

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C’è un’ombra scura che si allunga sul giallo. L’ombra di qualcuno, forse un uomo vestito di scuro, che si allontana con passo svelto da via Corbara in un orario compatibile con il delitto. L’immagine, catturata da una telecamera privata della zona, potrebbe raccontarci molto della morte di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata sabato mattina nel suo appartamento alle porte del centro di Faenza. La polizia ce l’ha già in mano per capire se e come: se lui sia davvero il killer di Ilenia e come sia fuggito dopo avere compiuto il suo crimine. Agli investigatori della squadra Mobile di Ravenna e dello Sco di Roma – coadiuvati dai colleghi del Commissariato manfredo e coordinati dal pm Angela Scorza – toccherà anche il compito di mettere assieme gli altri elementi fin qui incamerati dall’inchiesta.

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A partire da quelli contenuti nel materiale sequestrato giovedì mattina all’unico indagato, - il 53enne Claudio Nanni, ex marito della vittima - tra carte, computer e telefonini al netto delle perquisizioni realizzate tra la sua residenza in via Manzuta, quella della madre e la sua auto-officina in via Forlivese. E poi ci sono le immagini registrate dalle 15 telecamere di sicurezza dell’ampio distributore di benzina che si trova davanti all’officina del 53enne: è chiaro che tra tutti i luoghi perquisiti, è quello al quale gli inquirenti più puntano per ricavare elementi utili all’inchiesta.

Del resto si tratta di un’area di forte passaggio su una via di comunicazione veloce tra territori: gli investigatori faranno insomma scorrere su e giù le immagini delle telecamere varie volte: un rewind improntato alla caccia di eventuali incontri sospetti tra l’indagato e terze persone.

Occorrerà tempo, certo. Anche perché alcuni degli esami – vedi l’analisi di computer e telefonini – sono accertamenti tecnici irripetibili per i quali formalmente la procura dovrà individuare un proprio esperto e avvisare l’indagato per dargli la possibilità di fare altrettanto.

Ci si avvia insomma, a meno di clamorosi colpi di scena, a una fase dell’indagine meno evidente ma non certo meno importante, fatta di analisi di tabulati, di incroci di dati e celle telefoniche, di raccolte di testimonianze.

Alcuni degli accertamenti sono peraltro destinati a uscire dal territorio: vedi la verifica del motivo del viaggio verso Milano (il ritiro di un’auto trovata su un sito specializzato in annunci) che l’indagato e la figlia Arianna, convivente della defunta, avevano intrapreso giusto pochi minuti prima dell’efferato delitto tanto che l’allarme, lanciato da un’amica della giovane rimasta a dormire in casa quella notte, era giunto loro alle 6.06 (Arianna era uscita alle 5.59 di casa e la vettura sulla quale si trovava insieme al padre, alle 6.05 aveva agganciato il telepass dell’autostrada).

Il giallo dell’omicidio di Ilenia è insomma destinato a rimanere tale almeno per un altro po’ di tempo.

Andrea Colombari