FILIPPO DONATI
Cronaca

La rivoluzione che attende il turismo: "Isole della freschezza e spiagge attrezzate a maggio e settembre"

Il clima ormai in vetta alle prerogative dei viaggiatori. I dati nella ricerca a firma dello studio Giaccardi

Il clima ormai in vetta alle prerogative dei viaggiatori. I dati nella ricerca a firma dello studio Giaccardi

Il clima ormai in vetta alle prerogative dei viaggiatori. I dati nella ricerca a firma dello studio Giaccardi

di Filippo Donati

Isole della freschezza in cui trovare refrigerio dalle temperature roventi, fra alberi, fontane, panchine e addirittura docce.

Sono alcune delle cosiddette "soluzioni di accoglienza climatica" che Ravenna dovrà adottare se vorrà avere un futuro dal punto di vista turistico.

Ad avventurarsi in questa previsione è Giuseppe Giaccardi (in foto), al timone dello studio Giaccardi e Associati, che ieri ha presentato un report sul turismo e sugli effetti nel settore della crisi climatica dinanzi alla commissione consiliare dedicata.

Il 2023 e il 2024 sono state annate spartiacque: "Il valore dell’impatto del cambiamento climatico sulla vacanza si attesta ormai in media oltre i quattro punti su cinque", segnala lo studio.

Un evento climatico estremo è ormai sufficiente ad allontanare per sempre quella quota di visitatori che si sono trovati vis a vis con un’alluvione, un maxi-incendio, o anche solo una fase di temperature estreme. "In futuro dovranno essere i bagnini stessi a scoraggiare i turisti dal frequentare la spiaggia nelle ore più calde, rimodulando gli orari, allestendo aree verdi, sostituendo cemento e arredi in plastica con legno e materiali più adatti".

A impattare sulle scelte delle destinazioni dei viaggiatori è soprattutto la ’condizione-limite’ data quando la temperatura si spinge oltre i 40°C: l’83% dei turisti ne tiene conto al momento della decisione, percentuale che sale al 95% se si restringe l’analisi ai tour operator internazionali.

Tradotto: un’estate rovente come quella 2024 rischia di tramutarsi, senza massicci correttivi, in una sorta di ‘sfollagente turistico’. "Non proteggere adeguatamente i visitatori vorrà dire vanificare la popolarità delle città d’arte italiane".

La buona notizia, prosegue Giaccardi, è che le prassi da prendere ad esempio già ci sono, occorre solo guardare oltralpe: "Appunto alle isole della freschezza comuni a Parigi e in altre grandi città. Perfino il Cammino di Santiago è stato attrezzato con fontane, e addirittura docce, in cui concedersi qualche minuto di refrigerio. Purtroppo nella ciclovia che attraversa l’Italia, passando anche dal Delta del Po, non troviamo pressoché nulla del genere".

Senza misure di adattamento il destino sembra scritto: "In particolare fra il pubblico straniero guadagnerà sempre maggiore popolarità l’estate fresca danese, sul litorale incontaminato del Mare del Nord".

La Romagna, che fra i turisti internazionali sconta un deficit di popolarità rispetto a Sardegna, Sicilia e Puglia, può inserirsi nella contesa facendo proprie quelle nuove strategie? "Perché no? A patto di saper rimodulare l’offerta turistica puntando maggiormente su mesi come maggio e settembre". E qui sorge un problema: in quel periodo i ragazzi sono sui banchi di scuola, le famiglie si trovano in città, e gli hotel, in particolare quelli a conduzione familiare, hanno le serrande abbassate. "Non compete a me ipotizzare vacanze spalmate su più periodi dell’anno, prassi ad ogni modo comune in molti paesi. Mi limito a evidenziare che un’offerta turistica concentrata fra giugno e agosto appartiene al passato".