L’abbraccio con chi non ha più una casa

Il capo dello Stato a Lugo ha visitato il teatro e ha incontrato Giuseppe Parmiani la cui abitazione è stata demolita in seguito all’alluvione

L’abbraccio con chi non ha più una casa

L’abbraccio con chi non ha più una casa

Hanno aspettato sotto il sole cocente l’arrivo del presidente della Repubblica e durante la sua visita al teatro Rossini non si sono mossi, per rivederlo e accoglierlo ancora una volta con applausi e tifo da stadio. In centinaia ieri a Lugo hanno affollato piazza Cavour in occasione della visita del presidente della Repubblica nella Romagna alluvionata. Giovani, anziani, bambini, ragazzini delle scuole medie, alcuni con un piccolo tricolore in mano. A dargli il benvenuto, davanti alla porta del teatro, il sindaco Davide Ranalli. Mattarella è arrivato poco dopo le 16 accompagnato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dal sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, e dal prefetto Castrese De Rosa. Ha salutato la folla ed è entrato per vedere con i propri occhi i danni provocati dall’alluvione.

"Tornerà come prima" – questo l’auspicio del presidente – a cui il sindaco Ranalli ha chiesto che venga nominato il prima possibile un commissario straordinario. "Abbiamo bisogno di tempi certi e risorse per partire e ricostruire il prima possibile" ha detto, augurandosi che a ottobre la stagione del Rossini possa ricominciare. Mattarella si è informato sulle condizioni delle abitazioni nelle zone più colpite dall’alluvione e ha anche incontrato Giuseppe Parmiani, 93enne che viveva nell’ex mulino di San Lorenzo di Lugo, parzialmente crollato il 17 maggio sotto la forza della piena del fiume Santerno fuoriuscita da una rottura dell’argine proprio in corrispondenza dell’edificio. L’uomo è arrivato al Rossini a piedi, appoggiandosi da un lato al figlio, dall’altro al bastone. "Una persona straordinaria – lo ha definito Ranalli –. La sua casa, irrimediabilmente danneggiata dalla rotta del Santerno, è stata poi demolita del tutto a seguito di un’ordinanza che ho firmato, necessaria ai lavori di ripristino dell’argine". Giuseppe Parmiani ha raccontato al presidente Mattarella quello che gli era successo, spiegando di essere ancora vivo, nonostante la sua casa non esista più, perché era stato evacuato prima. "Parmiani – ha concluso il sindaco – è uno dei simboli, assieme al teatro Rossini, dell’alluvione. Lugo non dimenticherà questa giornata nella quale, pur ferita, ha saputo mostrarsi una grande città".

All’uscita dal teatro il presidente Mattarella ha salutato e ringraziato una rappresentanza dei volontari che hanno lavorato tanto, e continuano a farlo, per aiutare chi è stato colpito dall’alluvione. Poi, mentre sembrava che la visita fosse finita, invece di dirigersi all’auto, ha scelto la folla che lo ha accolto con un boato. Ha attraversato tutto il perimetro della piazza dove la gente era stata indirizzata dalla sicurezza, stringendo mani, sorridendo ai tanti grazie che venivano urlati da più parti, in un tripudio di foto e video. Solo dopo aver finito il giro e aver salutato tutti è entrato in auto ed è partito in direzione di Faenza.

Annamaria Corrado