
Nel volume di Matteo Rubboli quattro storie di vittime della Shoah
"Queste sono le mie parole, e se le stai leggendo sono riuscito nel mio intento". Mescolando narrazione e divulgazione storica, Matteo Rubboli in ’Polvere nel vento’, edito da ElectaYoung, racconta storie di amori e passioni giovanili sullo sfondo della Seconda guerra mondiale e della Shoah: vicende illuminate di speranza, anche in uno dei momenti più bui della storia umana.
Il volume che presenta oggi alle 18 alla libreria Feltrinelli di via Diaz, in un dialogo con Matteo Cavezzali, ricuce, tra romanzo e documentazione, la storia di quattro amori come tanti, speciali come tanti, intrecciati fra di loro e con la grande storia. Ecco allora comparire frammenti come quelli di Brunilde Mayer, ormai anziana, ma che non riesce ad abbandonare i propri ricordi di gioventù e inizia a raccontare.
Riemergono tra le pagine le confessioni di chi sembra voler ricordare a se stesso che "prima di finire in uno dei forni sono stato un uomo che ha amato". Rubboli narra quattro storie di giovani innamorati ambientate nei campi di concentramento e di sterminio di Vorbruck-Schirmeck, Ereda e Auschwitz-Birkenau, e lo fa grazie a parole che questi hanno lasciato dietro di sé. Fotografie, lettere, graffiti sul muro, vestiti, gioielli: ogni storia è l’occasione per testimoniare ciò che è stato vissuto nei campi, dove in mezzo al dolore c’è chi ha trovato la forza di innamorarsi e di vivere fino in fondo la propria passione.