Ravenna, inaugurato il murales contro l'omofobia allo Scientifico Oriani

Lo ha realizzato lo street artist Urka sul muro della palestra. Primo giorno di scuola speciale

L'inaugurazione del murales di Urka contro l'omofobia

L'inaugurazione del murales di Urka contro l'omofobia

Ravenna, 16 settembre 2019¬ – Com’era nei programmi, al liceo scientifico ‘Oriani’ di Ravenna è stato un primo giorno di scuola speciale. Perché ‘salutato’ dall’inaugurazione, sul muro della palestra, del murales dello street artist Urka (all’anagrafe Davide D’Angelo, 35 anni, di Ascoli Piceno) che ha ricoperto una scritta discriminatoria contro il dirigente scolastico Gianluca Dradi.

L’opera artistica è nata da un progetto promosso dal liceo scientifico Oriani, dall’assessorato alla Pubblica istruzione del Comune e dalla Provincia, in collaborazione con l’Università di Bologna, attraverso una chiamata pubblica vinta, appunto, da Davide D’Angelo. All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Michele de Pascale, il dirigente del liceo Oriani Gianluca Dradi, l’assessora all’Istruzione Ouidad Bakkali e il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale Agostina Melucci.

“Chiudiamo in questo modo – ha detto il dirigente scolastico Dradi – una vicenda nata dall’intenzione di offendere, che invece si è trasformata in un’opportunità di riflessione e di crescita grazie alla reazione della comunità scolastica ma anche dell’intera città a cui mi sento orgoglioso di appartenere”. Il preside ha quindi letto la lettera pervenuta dal Ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Lorenzo Fioramonti, che ha voluto esprimere la propria vicinanza e soddisfazione dal momento che la vicenda aveva avuto un rilievo nazionale.

“L’opera d’arte cancella una scritta che voleva essere offensiva – ha affermato il sindaco de Pascale – e nasce da una grande collaborazione con l’intenzione di lanciare un messaggio chiarissimo che è quello di imparare il valore universale dell’amore per non assuefarsi mai alle forme di discriminazione e alla violenza che spesso ci circondano”.