Botte, almeno una volta al mese. Offese, almeno una volta al mese. Ma l’apice lui lo aveva raggiunto la sera del 13 febbraio scorso quando, proprio mentre il telegiornale in televisione stava comunicando una notizia su un femminicidio, aveva esclamato che sarebbe stato il prossimo a uccidere e a finire in carcere perché tanto non gli interessava nulla. Accuse costate ieri mattina a un ultra-quarantenne di origine straniera difeso dall’avvocato Sergio Di Chiara (sostituito dalla collega Eleonora Sgrò) il rinvio a giudizio per maltrattamenti aggravati. Nella medesima udienza celebrata davanti al gup Andrea Galanti e al pm Silvia Ziniti, la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Valentina Bartolini. Processo al via a marzo. Sull’uomo pende ancora il divieto di avvicinamento alla ex scattato dopo la seconda denuncia di lei. Sulla base quanto riferito dai ai carabinieri poi coordinati dal pm Raffaele Belvederi, le vessazioni domestiche erano andate avanti dal 2019 e fino al fatidico 13 febbraio scorso. Lei già dal 2018 voleva interrompere il rapporto, lui no provando di conseguenza a ricucire. In una occasione si era presentato a casa ubriaco chiedendole dove fosse stata. Poi, sempre più agitato, aveva chiamato al cellulare la madre di lei dicendole che avrebbe ucciso sia la compagna che la loro bimba. E così, assieme alla piccola, si era rifugiata nella stanza dei giochi chiudendola a chiave. In un’altra occasione, lui, questa volta attraverso WhatsApp, si era fatto via via più assillante minacciandola di morte. Lei allora gli aveva chiesto di non disturbarla più: tutto documentato attraverso screenshot consegnato agli inquirenti. Lui si era spinto pure a spaccarle il telefonino. Tra le minacce attribuite all’uomo, quella di cacciarla di casa. Le avrebbe anche impedito di avere amici controllando i suoi spostamenti"
La donna ha riferito non solo di minacce verbali ma anche di aggressioni fisiche: spinte, pugni sul corpo e in una occasione perfino mani al collo. Ed eccoci arrivati all’episodio del telegiornale: "Alla notizia di un evento di femminicidio - aveva specificato lei davanti ai militari - lui aveva ribadito che il prossimo a commettere un omicidio sarebbe stato lui: e sarebbe andato in carcere perché non gli interessava nulla". Uno spartiacque: perché se fino a quel momento lei - ha assicurato - aveva sempre subito in silenzio, a quel punto, ritenendo che l’ex compagno fosse capace di tele gesto estremo, aveva allertato l’Arma.