Lo aveva indotto a ospitarlo nella propria abitazione. E poi lo aveva picchiato, minacciato e raggirato fino a spillargli quasi 76mila euro e una vettura guidata per diversi mesi. Un quadro, quello delineato dall’accusa, costato la richiesta di rinvio a giudizio per un 32enne ravennate difeso dall’avvocato Eleonora Sgrò.
E proprio la difesa davanti al gup Corrado Schiaretti e al pm Stefano Stargiotti ha chiesto un abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Tanto che ieri mattina è stato dato incarico al dottor Roberto Zanfini. Prossima udienza fissata per metà dicembre. Intanto la parte offesa, un 69enne nato all’estero, si è costituita parte civile con l’avvocato Giovanni Fresa.
Secondo quanto contestato nel capo d’imputazione, la vicenda risale al periodo maggio-giugno 2023 quando il 32enne avrebbe tra le altre cose mollato un ceffone al 69enne con una mano sulla quale peraltro indossava un voluminoso anello (uguale a contestate percosse). E poi lo avrebbe a più riprese minacciato con frasi di questo tenore: "Ti chiudo in una cassa di cemento, ti rinchiudo in un centro per anziani, ti abbandono a te stesso senza soldi". Da ultimo il 32enne deve rispondere di circonvenzione perché, abusando delle condizioni nelle quali si trovava il 69enne, si sarebbe prima fatto ospitare a casa sua e poi lo avrebbe indotto farsi consegnare il suo bancomat per spillargli 20mila euro tra pagamenti e prelievi; quindi lo avrebbe indotto a chiudere anticipatamente due polizze alle Poste Italiane per un valore totale di circe 56 mila euro incassandone infine il controvalore; da ultimo si sarebbe fatto consegnare la vettura pagata dal 69enne per usarla per diversi mesi affidandola anche a familiari.