REDAZIONE RAVENNA

Per il Senio una nuova cassa di espansione

Lo prevede il Piano speciale per la ricostruzione che dovrebbe essere approvato a giorni. Anche un’area allagabile

Lo prevede il Piano speciale per la ricostruzione che dovrebbe essere approvato a giorni. Anche un’area allagabile

Lo prevede il Piano speciale per la ricostruzione che dovrebbe essere approvato a giorni. Anche un’area allagabile

Il Piano speciale per la ricostruzione che la struttura commissariale e la Regione dovrebbero approvare il 28 ottobre conterrà con ogni probabilità due nuove strutture di protezione a servizio del Senio, quello che in occasione di ciascuna delle quattro alluvioni del 2023-24 si è confermato come uno dei corsi d’acqua più insidiosi dell’Emilia Romagna. Dopo aver battuto i suoi record in quanto a livello idrometrico per tre volte in un anno e mezzo, in occasione dell’ultima alluvione il Senio non ha esondato, ma ha comunque raggiunto o sfiorato la fascia rossa in vari punti di rilevamento – a Tebano e a Castel Bolognese – con una facilità impensabile fino al recente passato. Regione e Comuni hanno chiesto, e avrebbero ottenuto, di correre ai ripari il più in fretta possibile. Oltre alle casse d’espansione di Cuffiano, che stanno faticosamente vedendo la luce, pare che verranno realizzati due nuovi bacini a protezione dei comuni più vicini al corso del fiume, come Castel Bolognese, Solarolo, Cotignola, Lugo, Bagnacavallo, Fusignano e Alfonsine. Il primo progetto che troverà posto nel Piano speciale è riferito, a quanto emerge, a un’immensa area allagabile da realizzare sia sulla sinistra che sulla destra idrografiche del Senio, con i suoi limiti a sud nelle campagne della frazione di Tebano, e a nord sostanzialmente appena più a monte del tracciato della via Emilia. Un’area in cui il Senio – il cui tracciato compie lì varie curve e controcurve a gomito, pericolosissime sotto il fronte delle rotture arginali – potrebbe trovare sfogo per ettari e ettari, salvaguardando la porzione più occidentale della Romagna. In quella zona sorgono diverse abitazioni, fra cui il piccolo quartiere di case e appartamenti di via Casale, ricavato anni fa da quella che era una casa colonica circondata da fabbricati agricoli: impossibile prevedere ora se la zona in questione ricada all’interno dell’area allagabile, e se quei cittadini sarebbero dunque costretti a delocalizzare. Per averne la certezza occorrerà attendere che quelle che finora sono ipotesi progettuali diventino qualcosa di più concreto.

I Comuni ne discuteranno con la Regione, a quanto emerge, di qui a pochi giorni: la questione è ovviamente delicatissima. Il secondo nuovo capitolo inerente la messa in sicurezza del Senio riguarda una cassa d’espansione da realizzare ex novo sulla destra idrografica del fiume, nelle campagne che circondano le frazioni di San Severo e Cassanigo, al confine fra il territorio del comune di Faenza e quello di Cotignola: un’opera che dunque costituirebbe un’ulteriore barriera proprio a protezione di quei tre comuni – Cotignola e Lugo a ovest, Bagnacavallo a est – assurti alle cronache nazionali per essere stati più volte martoriati nel corso dell’ultimo anno e mezzo.

Se da un lato il Piano speciale rappresenta per molti il vero inizio della ricostruzione in Romagna, altri saranno presumibilmente delusi dai suoi contenuti. Sulle delocalizzazioni (termine che prima della terza alluvione era pressoché impronunciabile) "occorrerà essere laici", è questa la linea adottata dai sindaci, e cioè renderle inevitabili dove le abitazioni sorgono in corrispondenza di frane, aree allagabili e future casse d’espansione, e valutarle come opzione per chi preferisca lasciare un’area posta nelle vicinanze di una fonte di rischio.

Filippo Donati