
La piscina comunale ’Gianni Gambi’ (Foto Giampiero Corelli)
"Siamo pronti a costruire una piscina alternativa". Lo scontro è ormai aperto e la frattura non facile da ricucire. Da una parte il Comune, dall’altra il nuoto ravennate, che si è costituito in un coordinamento. Del resto, "la nuova piscina comunale escluderà tutte le società e gli enti di promozione del nuoto ravennate, a favore di una società di nuoto di Reggio Emilia, la Coopernuoto". La denuncia – non la prima peraltro, ma stavolta accorata perentoria – arriva in maniera unitaria dai 14 ‘player’ che usufruiscono della piscina comunale ‘Gianni Gambi’, ovvero 4 enti di promozione (Uisp, Libertas, Endas e Aics) e 10 società (Rinascita, Team Romagna, Libertas, Nuoto pinnato, Swim fit, Centro sport terapia judo, Rinascita master, Triathlon Ravenna, Triathlon Romagna, Pallanuoto Ravenna e Circolo subacqueo ravennate). "La nuova piscina comunale – denunciano i club – escluderà l’attuale mondo del nuoto ravennate che da oltre 50 anni si è profuso per dare un servizio integrale ai ravennati, dai corsi di nuoto, all’agonistica, alla pallanuoto, al pinnato, al salvamento, al sincronizzato, alle attività di riabilitazione".
Il Coordinamento delle società, che gestisce l’attività di migliaia di tesserati, ha ribadito le proprie posizioni: "Abbiamo avuto svariati incontri con l’Amministrazione comunale, nei quali ci sono state illustrate le nuove condizioni di progetto per la realizzazione dell’intervento. Ma queste nuove condizioni hanno comportato la totale trasformazione degli impegni che l’Amministrazione comunale si era assunta, ovvero realizzare un impianto che venga incontro alle esigenze delle società sportive del territorio.
Doveva essere realizzata una prima vasca da 50 metri nella nuova area, acquisita dal Comune proprio per rendere attuabile il progetto senza comportare discontinuità all’attività del nuoto. Solo a giugno di quest’anno si è appreso che il progetto era stato rivoluzionato completamente, dando priorità alla vasca da 25 metri anziché quella da 50 metri, disattendendo così quanto più volte promesso dall’Amministrazione comunale. In questo modo, l’attività del nuoto viene mutilata di oltre due terzi per almeno 15 mesi. Per 2 anni non ci saranno eventi agonistici". Ma il problema che fa più rumore è un altro: "Chi gestirà la piscina sarà la Coopernuoto di Reggio Emilia, che avrà condizioni di monopolio sull’attività corsistica ed agonistica, non permettendo più alle attuali società ed agli enti di promozione locali di continuare la propria attività cinquantennale. Ricordiamo fra l’altro che la Coopernuoto è una delle società antagoniste, sia del nuoto agonistico che della pallanuoto ravennati. Nei fatti, Ravenna sparirà dal contesto natatorio nazionale, essendo di Reggio Emilia le squadre agonistiche di nuoto e di pallanuoto". Il coordinamento del nuoto ravennate, che ha in Gianluca Baroni il proprio portavoce, ha chiuso con l’ipotesi ‘bomba’ della nuova piscina: "Dopo l’incontro di lunedì scorso con l’Amministrazione comunale, Coopernuoto e Arcolavori, titolare del Progetto di finanza, ci è stato promesso un altro incontro per capire definitivamente se le società sportive potranno mantenere spazi e precedenze. Se la scelta definitiva confermasse l’estromissione delle società sportive e degli enti di promozione, ci riserveremo di intraprendere ogni azione ritenuta utile al fine di difendere l’attività del nuoto ravennate. Tra tali iniziative saranno avviate le pratiche per la costruzione di un impianto natatorio alternativo, al fine di continuare a svolgere l’attività, coinvolgendo non solo la cittadinanza del Comune di Ravenna, ma anche quella di altri comuni limitrofi nel territorio provinciale, escluse dalla nuova gestione appaltata".
Roberto Romin