
Il presidente Daniele Rossi
Per il porto di Ravenna il 2024 è stato l’anno della volata finale: i traffici registrano infatti un +0,16%. La movimentazione delle merci era partita a gennaio con un -18% rispetto allo stesso mese dell’anno prima, ma poi i mesi di ottobre e novembre hanno fatto segnare un +20%, riportando in positivo le statistiche.
Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico centro-settentrionale, come commenta questo andamento e cosa prevede per il 2025?
"Avere chiuso il 2024 con un segno positivo, nonostante elementi estranei all’attività portuale, come guerre, inflazione e stagnazione economica, significa che siamo sulla strada giusta. I primi mesi dell’anno non sono mai favorevoli, vista la tipologia di traffici del nostro scalo, e per il 2025, dopo un inizio con qualche incertezza, prevedo una crescita progressiva, per avere poi i maggiori picchi dopo l’estate".
Al suo arrivo, nel 2016, elencò tra gli interventi prioritari quelli su fondali e banchine e l’ottimizzazione della catena logistica. Dopo otto anni e un miliardo di investimenti, che cosa resta da terminare e cosa da realizzare ex novo?
"Manca il completamento, in corso, della seconda fase dell’hub portuale, che porterà i fondali da -12.50 a -14,50 metri entro il 2026, e bisogna accelerare su transizione energetica e digitale. Per quanto riguarda la viabilità, va costruito il secondo ponte mobile e migliorato l’accesso allo scalo con una nuova direttrice a nord, mentre Rete ferroviaria italiana deve procedere con le stazioni merci in destra e sinistra Candiano. Inoltre, i binari vanno portati anche in altre cinque banchine e nella penisola Trattaroli, dove sorgerà il nuovo terminal container".
Quale sviluppo può avere la movimentazione container?
"La nuova piattaforma logistica nella penisola Trattaroli, su cui Sapir si è assunta degli impegni, va completata perché è la grande opportunità per incrementare questo traffico. Il prossimo anno i fondali saranno a -14,50 metri e consentiranno al porto di passare dai 200mila Teus attuali ad almeno il doppio. Ma per ottenere questo, è necessario che Sapir, proprietaria dell’area, concluda l’investimento, come prevedono gli accordi con l’Autorità portuale".
Che cosa serve alla portualità del futuro?
"I porti non saranno più solo hub logistici, ma sempre più hub energetici e digitali. Produrranno energia da fonti rinnovabili e qui abbiamo in corso interventi per oltre 60 megawatt. La transizione digitale è l’altra variabile fondamentale. Abbiamo destinato fondi alla fibra ottica, per la cybersicurezza e stiamo realizzando l’infrastruttura 5G".
Possiamo parlare di un modello Ravenna?
"La vicenda dell’hub portuale ha dimostrato che esiste un modello Ravenna di collaborazione istituzionale e con gli operatori, di condivisione degli obiettivi e ricerca dei risultati utili al sistema logistico, che ha consentito investimenti inimmaginabili in un tempo veramente limitato".