REDAZIONE RAVENNA

Prende a pugni un ciclista e gli rompe il naso

Il giovane, 17 anni, ha subìto anche la rottura di due denti. L’uomo è stato identificato dai carabinieri e denunciato

Prende a pugni un ciclista e gli rompe il naso

Momenti di paura martedì pomeriggio sulla provinciale Brisighellese per il ciclista professionista Manuele Tarozzi e per due giovanissimi atleti in forza a una squadra bolognese. "Stavamo percorrendo la provinciale, eravamo tra le frazioni di Fognano e di Castellina – spiega Tarozzi, ancora scosso per l’accaduto –. Pedalavamo in fila indiana, eppure un automobilista alla guida di un furgoncino, alle nostre spalle, si è attaccato al clacson. Uno dei due ragazzi gli ha fatto cenno con il braccio che poteva passare, dal momento che la strada era libera, ma lui ci ha invece affiancati, coprendoci di insulti e minacce. Ho cercato di fargli capire che se la stava prendendo con due ragazzini, ma è stato tutto inutile. Si è avvicinato intenzionalmente con l’auto alla mia bici, col palese intento di farmi cadere. Ho dovuto mettere il piede a terra per non finire a bordo strada".

Uno dei due giovanissimi, entrambi 17enni in forza a un team juniores con sede nel Bolognese, si è allora avvicinato a Tarozzi per sincerarsi delle sue condizioni, ma è stato lui ad avere alla fine la peggio. Tutto è successo nell’arco di pochi istanti: "Ho visto una pattuglia dei carabinieri poco distante e ho chiesto il loro intervento", prosegue Tarozzi.

Ma era ormai troppo tardi: "L’uomo era già sceso dal furgone e si era avventato su uno dei ragazzi, tempestandogli il volto di pugni". I colpi hanno causato al 17enne la frattura del setto nasale e di due denti. Per lui è stata emessa una prognosi di circa trenta giorni.

La pattuglia dei carabinieri, che in quel momento era poco distante, è immediatamente intervenuta per identificare l’uomo, un italiano di circa 40 anni, che si è rivelato avere vari precedenti per lesioni, come spiegano gli uomini dell’Arma. L’aggressore dovrà ora difendersi da una denuncia per lesioni personali nei suoi confronti, l’ultima disavventura di carattere legale di una cospicua serie. Manuele Tarozzi non ha parole per commentare la vicenda: dopo un ottimo esordio al Giro d’Italia con la maglia della Bardiani, domenica il 25enne è atteso al suo matrimonio, al quale ha rischiato di presentarsi con il viso tumefatto, o peggio, qualora l’automobilista fossero riuscito nell’intento di farlo uscire di strada.

"Questa è la risposta a chi ci domanda come mai le squadre italiane siano sempre più rare nel mondo del ciclismo, o perché in Romagna noi professionisti ammontiamo a poche unità, quando decenni fa se ne contavano invece decine. In un ambiente come quello delle strade italiane non dobbiamo sorprenderci che siano sempre meno i ragazzi che vogliono avvicinarsi al nostro sport, e che le famiglie abbiano paura di mandare i loro figli in strada ad allenarsi. La situazione è andata fuori controllo dopo la pandemia di Covid: davvero non comprendo la rabbia sempre più diffusa contro noi ciclisti; vengo offeso dagli automobilisti anche quando mi alleno in solitaria".

Tarozzi è ormai solo l’ultimo di lunga serie di ciclisti protagonisti di aggressioni da parte di automobilisti e camionisti: toccò la stessa sorte l’anno scorso ad Alessandro De Marchi, e alcuni anni fa all’ex campione del mondo Philippe Gilbert. Gli incidenti causati dalle auto sono nel frattempo costati la vita a vari campioni del ciclismo: Michele Scarponi, Davide Rebellin, Chris Anker Sørensen, tutti deceduti dopo essere stati investiti. "Mi alleno in Spagna d’inverno, e là queste cose non succedono, o comunque non con questi ritmi – conclude Tarozzi –. Forse occorrono leggi più severe nei confronti di chi usa l’auto come fosse un’arma".

Filippo Donati