I motivi sono stati futili. Il rischio è stato altissimo. Del resto ogni volta che durante una lite spunta un coltello, le conseguenze possono essere estreme. Era accaduto anche la notte di San Lorenzo a Lido di Classe: ancora una volta coltelli estratti lungo un pericolosissimo sentiero che ha tagliato in due l’estate appena archiviata.
Il procuratore capo Daniele Barberini di recente, oltre a sottolineare la novità del fenomeno per Ravenna, aveva promesso una veemente risposta della magistratura. Riposta che ieri mattina si è materializzata attraverso due ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti ventenni forlivesi: devono rispondere di tentato omicidio in concorso e di porto abusivo di arma bianca. La richiesta di misura cautelare, formulata dal pm Silvia Ziniti che ha coordinato le indagini dei carabinieri della Compagnia di Cervia–Milano Marittima, è stata avvallata dal gip Corrado Schiaretti. Ai due sospettati, la misura è stata notificata a Forlì con contestuali perquisizioni. Nell’occasione, sono stati avvisati i rispettivi avvocati difensori, entrambi del Foro di Forlì-Cesena: Marco Milandri e Valerio Girani. Quindi i due giovani sono stati portati prima in caserma a Milano Marittima. E da qui in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti allo stesso gip. Un appuntamento che l’avvocato Girani ha precisato di attendere fiducioso di potere chiarire circostanze e accadimenti.
A questo punto torniamo alle prime ore dell’11 agosto scorso quando tutto si è verificato fuori da uno stabilimento balneare nel quale c’era stata una festa. Secondo gli inquirenti, tutto potrebbe essere partito da un alterco innescatosi in seguito a un apprezzamento a una ragazza. E sul lungomare in viale Caboto, attorno alle 4 ecco spuntare una lama. Il ferito, un 18enne forlivese, era stato centrato all’addome: soccorso dal 118, era poi stato portato in ospedale a Ravenna. Le sue condizioni non erano mai state considerate gravi. Ma evidentemente il punto in cui è stato centrato, è stato considerato dall’accusa vitale: da qui il tipo di contestazione mosso. Quella stessa notte un altro giovane forlivese era stato ferito perlopiù a calci e pugni.
L’episodio aveva destato molto clamore sociale. Tanto che nel pomeriggio del giorno dopo in prefettura a Ravenna se ne era parlato nel contesto del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sui dispositivi di controllo e vigilanza organizzati lungo il litorale. E nel corso di quell’incontro, era stata analizzata la situazione partendo appunto dall’episodio di Lido di Classe: un fatto grave - era stato sottolineato - che imponeva il massimo sforzo per individuare i responsabili. All’indice c’era finita la cosiddetta malamovida con il conseguente necessario potenziamento dei controlli agostani per scongiurare episodi analoghi. Nei giorni scorsi il prefetto Castrese De Rosa, offrendo un primo bilancio estivo, ha chiarito che in totale sono stati nove episodi che hanno richiesto una ferma risposta da parte delle forze di polizia. E che per otto sono stati individuati, denunciati o arrestati i responsabili.