Sequestrati un residence e due alberghi

I militari della guardia di Finanza di Ravenna ieri mattina hanno dato esecuzione a una misura di prevenzione patrimoniale pari a oltre 7 milioni di euro disposta dall’apposita sezione del tribunale di Bologna su proposta della procura ravennate (pm Alessandro Mancini e Lucrezia Ciriello). In particolare sono stati sequestrati due alberghi a Cesenatico – ‘Ancora’ e ‘Hotel In’ – oltre ai 26 appartamenti tra unità abitative, negozi e garage di un residence di Lido di Savio, ‘Ai Pioppi’, riconducibili a due imprenditori attivi nel settore turistico-alberghiero, entrambi incensurati e formalmente residenti a Cesenatico anche se domiciliati nel residence posto ora sotto sequestro dalle Fiamme Gialle. Si tratta del 41enne Christian Coppola, nato a Cesenatico. E del fratello 37enne Ivan Coppola, nato a Viareggio. Entrambi gli alberghi, attivi durante la stagione estiva, risultano chiusi per stop stagionale: il valore di uno – 58 camere e piscina – ammonta a circa 2,9 milioni di euro. Mentre l’altro – 20 camere – vale sugli 1,9 milioni. Il valore del residence è infine di 2,2 milioni: la somma delle singole cifre, rende conto della portata del sequestro. Tutti i beni sono già stati affidati a un amministratore giudiziario di Rimini. Gli accertamenti del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, si sono inseriti nell’alveo di una precedente attività investigativa diretta sempre dalla procura ravennate (pm Marilù Gattelli) circa il fallimento di sette società sei delle quali con sede legale a Cervia e una a Lido di Savio il cui processo è in corso davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna (sotto accusa c’è pure un avvocato del Foro di Rimini). In tale contesto, ai due imprenditori sono state ricondotte tra il 2007 e il 2016 varie bancarotte fraudolente patrimoniali e documentali. Almeno secondo gli inquirenti, la gestione di tali società veniva schermata attraverso società di comodo e prestanome (8 i nomi sin qui delineati). Si tratta di diverse strutture ricettive e di tour operator che – prosegue l’accusa - venivano poi depredati di ogni risorsa prima di essere destinati al fallimento. Un contestato giro vorticoso di società e flussi finanziari attraverso i quali i due imprenditori sarebbero riusciti ad accumulare illecitamente milioni di euro, poi reinvestiti nell’acquisizione di altri immobili. La successiva indagine patrimoniale, ha permesso alle Fiamme Gialle di rivelare una presunta discrasia tra gli esigui redditi dichiarati al fisco dai componenti dei loro nuclei familiari (circa 20-25 mila euro all’anno) e gli asset patrimoniali a loro riconducibili. Ciò ha portato gli investigatori a ritenere che, per condotta e tenore di vita, gli indagati vivessero abitualmente con i proventi di attività ritenute delittuose e pertanto potessero essere definiti "soggetti socialmente pericolosi", anche alla luce del loro delineato profilo connotato, sempre secondo gli inquirenti, da una serie di contestati reati a sfondo economico-finanziario. Da qui la proposta, poi accolta dal tribunale bolognese, di applicare una misura sui beni formalmente intestati o comunque nella piena disponibilità degli indagati anche tramite di prestanome. I diretti interessati avranno naturalmente modo di chiedere annullamento della misura attraverso un ricorso che verrà discusso ai primi di dicembre. Si tratta – ha detto il procuratore Mancini – di una "importante operazione"”. In generale nella sua attività – ha precisato –, la procura "ha puntato molto al contrasto della criminalità sulle fasce deboli e di quella economico-finanziaria". Il pm Ciriello ha specificato che "si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale finalizzata alla confisca che prescinde da una eventuale condanna penale". Una operazione – ha aggiunto il colonnello Andrea Mercatili, comandante provinciale della Finanza – "che testimonia l’attenzione sulle illecite accumulazioni patrimoniali". a.col.

Sequestrati un residence e due alberghi

Due fratelli imprenditori indagati per una serie di bancarotte fraudolente, la Finanza mette i sigilli a 26 appartamenti a Lido di Savio