REDAZIONE RAVENNA

Si è spento Omero Triossi, "un grande medico"

Era direttore di Gastroenterologia, aveva 65 anni. Fu un pioniere della prevenzione. "Rientrava nella sua visione di sanità pubblica"

Una malattia se lo è portato via in poche settimane, a 65 anni. Il dottor Omero Triossi, direttore di Gastroenterologia dell’Ospedale di Ravenna, è deceduto l’altra notte. Lascia la moglie Grazia e il figlio Marco. Omero è figlio di Decimo Triossi, giovanissimo partigiano, dirigente del Pci e assessore regionale. Prima sotto la guida dei medici Ivan Tampieri e Tino Casetti, poi da solo alla direzione dell’unità operativa, Triossi ha dato un contribuito decisivo alla crescita della gastroenterologia nell’ospedale Santa Maria delle Croci.

"Omero era nel corso di laurea successivo al mio – racconta il dottor Casetti – io sono del 1948, lui del 1956. Siamo nati tutti nella Medicina interna. Con Tampieri e Triossi abbiamo lavorato un po’ assieme in quel reparto, poi è iniziata la grande avventura di gastroenterologia". Casetti e Triossi hanno così lavorato gomito a gomito per circa 30 anni. "Quella che si aprì all’inizio degli anni ’80 fu una stagione esaltante. All’inizio non fu facile far capire a Omero che aveva doti straordinarie per la gastroenterologia proprio nel momento in cui nuovi strumenti e nuove terapie portavano questa materia oltre quella che prima era solo un’attività clinica. Lui si occupava di geriatria e cardiologia. Tampieri e io stavamo dando vita al nuovo reparto e lo volevamo con noi. Alla fine vincemmo le sue resistenze". Casetti è orgoglioso di quella scelta. "Certamente. In tre sviluppammo un’attività di livello nazionale e avevamo con noi chi avrebbe potuto portare avanti il lavoro svolto, ed era Omero. Erano anni pionieristici. Quando ti presentavi in amministrazione sanitaria per chiedere l’acquisto di certi strumenti ti guardavano un po’ così perché non capivano a cosa potevano servire certi tubi con i quali ‘guardare’ dentro i pazienti. Poi vennero la laparoscopia, l’analisi delle vie biliari e via dicendo. Con Omero sviluppammo l’ecografia in casa nostra. Fino ad allora era in capo ai radiologi e la loro analisi era generalista. Noi la facemmo diventare specialistica, analizzavamo lo spessore dei tessuti e tanti altri particolari". Omero Triossi era un divoratore di libri: "Quando si presentava alle riunioni aveva analizzato ogni aspetto del tema che trattavamo, si era preparato sotto ogni aspetto, leggendo volumi su volumi".

Si aprì così la stagione della prevenzione portando l’attenzione sullo screening del colon retto. "Omero credette tantissimo nella prevenzione, sposò in pieno l’analisi del colon retto. Rientrava nella sua visione di sanità pubblica, che doveva essere fortemente vocata a prevenire". Tampieri andò in pensione, Casetti lo seguì poco dopo. Così fu Triossi a prendere in mano, dopo un concorso, la Gastroenterologia. "Ne ha fatta di strada, e ha dato tanto alla medicina" conclude Casetti. Un altro ricordo, più ‘personale’, viene da Giorgio Santoni, oggi osteopata, in passato giocatore e allenatore di volley. "Ho allenato il figlio Marco, classe ’81, che ha giocato nelle giovanili del Ravenna e poi nella ‘Pietro Pezzi’. Vedevo il papà Omero venire alle sue partite, sempre rispettoso e mai sopra le righe. Poi l’ho avuto come medico insegnante alla scuola Infermieri e ne ho apprezzato le doti umani e professionali. E l’ho sempre visto al palasport alle partite di volley con la moglie, dove ci salutavamo. E’ morto un bravo medico e una brava persona". Da oggi, per tutto il giorno, la salma del dottor Triossi sarà esposta nella camera mortuaria (quella principale). Domani, mercoledì, dalle 15, partirà il funerale per il cimitero. Non è prevista alcuna funzione.

Lorenzo Tazzari