Tasse, la Tari aumenta dell’8%. Il centrodestra va all’attacco

L’assessore Baroncini: "Determinante l’inflazione". L’opposizione: "Servizio peggiore, costi più elevati"

Era stato anticipato, ieri è arrivata la conferma. Ed è un’autentica doccia gelata per i ravennati. Tari in crescita di quasi l’8% per famiglie e aziende del Comune di Ravenna. Il montante complessivo approvato da Atersir nei giorni scorsi ammonta a 35,8 milioni di euro, spiega questo pomeriggio in commissione l’assessore all’Ambiente Gianandrea Baroncini, in crescita di quasi il 9%, da dividere al 58% in utenze domestiche e al 42% in utenze non domestiche. E si traduce appunto in un aumento della Tari di quasi l’8%.

Ravenna, ricostruisce, è partita dal 2019 con una raccolta differenziata al 56%, introducendo il sistema porta a porta, tra varie vicissitudini, dalle case sparse e il forese, passando per i quartieri frangia e i primi due quadranti della città, a tutta la città fino al centro storico. Ed è il linea con l’obiettivo del 79% al 2029.

Nell’aumento del costo dei servizi, aggiunge l’assessore, è "determinante" l’inflazione, e con l’estensione del porta a porta è ora possibile la raccolta di tutti i dati necessari al passaggio alla tariffa puntuale l’anno prossimo. L’altra grande sfida per la comunità, conclude, è ora quella per la riduzione dei rifiuti, mentre rimane una minoranza che "per svariati motivi" non segue le regole e occorre far passare il messaggio che "con i rifiuti non si può fare quello che pare".

Contraria l’opposizione con Alberto Ancarani di Forza Italia a chiedersi come si possa "raccontare ai cittadini" che la Tari aumenta, mentre gli oneri della raccolta gravano su di loro: dunque a chi giova, questa la "grande domanda, un servizio peggiore e a costi più elevati".

Critico anche Renato Esposito di Fratelli d’Italia: oltre ai "depositi inurbani" di rifiuti legati al sistema porta a porta e a un servizio peggiorato, sono c’è il fatto che i non residenti, pagano "le tariffe più alte" pur occupando l’immobile per brevi periodi. Come precisa l’amministrazione, dalle utenze domestiche residenti si stima un gettito di 15 milioni di euro, da quelle non residenti di cinque.

Il caso era stato sollevato da Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civica della Pigna: "Un salasso inaccettabile – aveva dichiarato – soprattutto se si considera il fatto che il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, è in continuo peggioramento. Con l’introduzione della raccolta porta a porta, per il servizio ha toccato i minimi storici. Eppure, il sindaco de Pascale aveva assicurato a suo tempo che il porta a porta avrebbe portato con se una diminuzione della Tari".