"Una maxi ventola per proteggere i miei peschi dalle gelate"

Andrea Ferri racconta l’investimento. Questo tipo di grandi dispositivi si vedono sempre di più nelle campagne

"Una maxi ventola per proteggere i miei peschi dalle gelate"

"Una maxi ventola per proteggere i miei peschi dalle gelate"

"Sono molto soddisfatto di aver effettuato questo investimento. È vero che è abbastanza oneroso, ma grazie agli incentivi proposti della regione attraverso specifici bandi, ritengo che ne sia valsa la pena". Sono le parole di Alessio Ferri, contitolare insieme al suocero Raffaele e alla moglie Ilaria di ‘Natura Amica’, azienda agricola, situata in via Pollarola a San Bernardino, che si estende su una superficie di 35 ettari, di cui 25 impiantati a frutteto e vigneto e 10 ad estensivo. Una soddisfazione espressa per i risultati che sta sortendo la ventola antibrina installata per proteggere i peschi dalle gelate tardive. in Bassa Romagna ne sono già presenti diverse, si possono vedere fra i campi, come ad esempio nella zona di via Canalvecchio, in quel caso a ‘protezione’ quasi esclusivamente di peri, ma anche a Massa Lombarda, a Bagnara e in altri territori comunali.

Come è nata questa idea?

"È una decisione che abbiamo preso lo scorso anno (2022) alla luce degli effetti deleteri che abbiamo registrato nelle ultime due annate, quando i danni causati dalle gelate primaverili avevano riguardato addirittura il 100% della produzione dei pescheti. Peschi che nel 2022 siamo riusciti a ‘salvare’ grazie appunto a questo dispositivo".

Come funziona?

"La ventola si attiva quando la temperatura e la velocità del vento risultano inferiori alle soglie preimpostate. Il dispositivo, prodotto dalla texana ‘Orchard-Rite, ha un raggio d’azione di circa 5 ettari. È dotato di un motore da 6mila di cilindrata e 250 cavalli, alimentato a gpl, per un consumo di circa 400 euro a notte. Quando si attiva aspira e rimescola l’aria calda presente nello strato di inversione, verso l’aria fredda stazionaria che si è depositata durante la notte sulla vegetazione. Nelle nostre zone le gelate sono prevalentemente da irraggiamento e si verificano quando il terreno e le colture assorbono di giorno la luce del sole per poi irradiare e incrementare il calore durante la notte in concomitanza dell’ingresso di aria più fredda. È proprio quest’ultima a depositarsi nella porzione più bassa della chioma, il tratto in cui i danni si rivelano più evidenti".

Anche quest’anno le gelate tardive non sono mancate…

"In effetti è purtroppo così. Non a caso abbiamo utilizzato il ventolone anche all’inizio del mese in corso (6 aprile, ndr). Grazie al fatto di riuscire ad alzare la temperatura di 2, massimo 2,5 gradi, la ventola si è rivelata assai efficace".

È molto costosa?

"Il modello che ho installato ha un costo di circa 50mila euro, ma la spesa effettiva, considerando il contributo regionale del 70%, si è ridotto a 15mila euro".

Consiglierebbe ai suoi colleghi di installarla?

"L’ho già fatto. Alcuni di essi sono già venuti qui in azienda per osservare il suo funzionamento. Il clima in questi ultimi anni è cambiato e le gelate tardive sono ormai una costante. Pertanto, per non continuare a registrare ingenti perdite o essere addirittura costretti a cambiare lavoro, abbiamo deciso di adeguarci".

Luigi Scardovi