"Uniti in segno di pace per il popolo ucraino"

Monsignor Ghizzoni ha celebrato la messa con la comunità greco-cattolica. Gremita la chiesa di San Giovanni Battista

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"Grazie a tutti voi, perché non speravo veniste così in tanti a pregare per la pace in Ucraina". Con queste parole padre Viktor Dvykalyuk, guida della comunità greco-cattolica ucraina del territorio ravennate, ieri ha salutato la chiesa gremita di San Giovanni Battista in via Girolamo Rossi. Si sono ritrovati in tanti e in tante, ucraini, italiani e anche di altre nazionalità. Sono arrivati pochi minuti prima dell’inizio della funzione, alle 14, e dell’arrivo dell’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni che, insieme ad altri sacerdoti, ha celebrato l’Eucarestia. "Spero che tutto finisca al più presto – ha aggiunto il sacerdote – e che i politici trovino la strada per arrivare alla pace". Aveva parlato di perdono poco prima, chiedendo di pregare per "un cambiamento del popolo russo che forse non ha colpe, perché è il Governo a decidere".

Molte donne si erano incontrate nel cortile della chiesa prima di entrare, per abbracciarsi, sostenersi con i volti preoccupati e gli occhi lucidi. In questi giorni le telefonate e i messaggi con i parenti e gli amici che vivono in Ucraina sono continui. "Qualcuno – ha raccontato Kateryna Shmorhay, a capo dell’associazione Malva, che raccoglie la comunità sul nostro territorio – si sta organizzando per farsi raggiungere dai familiari, ma non è semplice. Sono in arrivo due donne con i bimbi piccoli, gli uomini sono rimasti lì. La mia famiglia, in particolare mio padre, non vuole lasciare la sua casa". Qualcuno ha mostrato sulla giacca un fiocco con i colori della bandiera ucraina, in prima fila un bambino la indossava come un mantello.

Sul primo banco a sinistra, in miniatura una a fianco all’altra, le bandiere dell’Italia e dell’Ucraina. A destra invece alcune donne raccoglievano denaro da inviare nel paese invaso dalla Russia. "È per sostenere i nostri soldati" hanno spiegato. Per tutta la durata della funzione le parole dell’arcivescovo si sono fuse ai canti del rito greco cattolico. "Siamo qui con i fratelli e soprattutto le sorelle dell’Ucraina – ha detto Ghizzoni – , ma sono presenti anche i rappresentanti delle comunità dei paesi confinanti, Questa guerra ci preoccupa e ci addolora doppiamente perché è così vicina e coinvolge persone che vivono con noi, spesso a servizio delle nostre famiglie, che lavorano con noi. La guerra porta solo distruzione e sofferenza, crea ferite profonde anche nell’animo". L’arcivescovo ha esortato anche a seguire l’indicazione del Papa che ha stabilito per il 2 marzo, inizio della Quaresima, il digiuno e una preghiera per la pace.

L’appuntamento di ieri si è concluso con una canzone, un inno religioso ucraino che una giovane artista ha cantato e suonato dopo la messa. La presidente dell’associazione Malva infine ha ringraziato tutti i presenti ma anche i ravennati, l’intera città. "Grazie per il sostegno – ha detto – perché con questo gesto riempite nel nostro cuore quel vuoto lasciato dal dolore che la guerra ci ha provocato".

Annamaria Corrado