Ravenna, 9 febbraio 2022 - La notte era quella tra il 5 e il 6 ottobre del 2017. E la ragazza, all’epoca 18enne, era stata portata a spalla fino a un appartamento del centro dopo una serata alcolica in un locale del centro. A quel punto, secondo l’accusa, era stata violentata e filmata con un cellulare.
Il calciatore che riprendeva: "Era solo per ridere"
Per le difese invece, aveva avuto un rapporto consenziente ripreso in un contesto scherzoso. Per quanto accaduto, il Pm Angela Scorza chiedeva nove anni di condanna per entrambi gli imputati: l’allora 26enne romeno che aveva avuto il rapporto con la giovane e il 27enne calciatore semi professionista che aveva realizzato due dei tre video poi sequestrati dalla polizia. Il processo si è concluso con un colpo di scena: assolti “perché il fatto non costituisce reato“.
Questa la sentenza letta ieri pomeriggio dal presidente del Tribunale collegiale, Cecilia Calandra, giudici a latere Federica Lipovscek e Cristiano Coiro. Ha vinto la linea delle difese, quella degli avvocati Silvia Brandolini e Carlo Benini, per il 26enne, secondo i quali quel rapporto fu consensuale.
E quella dei legali del calciatore che aveva filmato, avvocati Raffaella Salsano e Francesco Papiani, secondo i quali non vi fu percezione del mancato consenso: la formula del fatto che non costituisce reato sembra andare in questa direzione, il Tribunale motiverà la sentenza in 90 giorni.
I due imputati, peraltro, avevano passato alcune settimane in carcere. La ragazza – che da tempo non si trova più a Ravenna e non ha mai preso parte al processo – si era costituita parte civile con l’avvocato Elisa Cocchi.
Secondo le indagini della squadra mobile era andata così: la giovane, annichilita dall’alcol, era stata prima costretta sotto alla doccia fredda; quindi mentre uno abusava di lei su un divanetto, l’altro filmava tutto con il proprio cellulare trattenendo l’amica della 18enne per impedirle di intervenire. Una ricostruzione che aveva fatto finire i due accusati in carcere in ragione di distinte misure di custodia cautelare decise da due differenti gip del tribunale di Ravenna.
Opposta l’interpretazione data dopo poco tempo dal tribunale del Riesame, che li aveva liberati: il collegio bolognese aveva cioè ritenuto che non ci fosse stata alcuna violenza sessuale. Sebbene "in uno stato di non piena lucidità" – avevano scritto i giudici –, lei era "pienamente in grado di esprimere un valido consenso al rapporto sessuale e lo ha espresso".
Insomma, interpretazioni giuridiche opposte. "Quella sera la ragazza - ha detto il Pm Scorza nella sua requisitoria – non era in grado di decidere se stare o non stare" con il giovane romeno. E se, secondo il procuratore, le difese hanno inteso tratteggiare la ragazza come molto disinibita, soprattutto dopo aver bevuto, "era la prima volta che denunciava qualcuno".
E il fatto che avesse presentato denuncia solo diversi giorni dopo l’episodio lo si doveva "alla necessità di ricostruire cosa fosse successo quella sera, sentendo le persone che c’erano, perché lei non lo ricordava". Per la Procura, insomma, fu lo stupro di una ragazza ubriaca incapace perciò di reagire. L’amica della parte offesa, presente quella sera, l’aveva però descritta così: "Quando beveva la mia amica diventava molto ’fisica’. Se le piaceva uno ci passava del tempo insieme, talvolta si appartava con lui".
Ieri gli avvocati Salsano e Papiani avevano chiesto l’acquisizione di un messaggio vocale in cui la giovane, all’alba di quella mattina, avrebbe chiesto di fare sesso di gruppo con alcuni giovani presenti quella sera. Non è stato possibile perché quell’audio si trovava nel cellulare del calciatore con cui fu filmò la precedente scena di sesso con l’amico, mai dissequestrato e ora del tutto inutilizzabile.