Ravenna, 6 novembre 2017 - Oggi Luce Caponegro è la titolare di un prestigioso centro wellness di Ravenna. Lei, estetista, si occupa non solo dei corpi, ma anche delle anime: ha frequentato vari corsi (è master di Pnl) ed è una grande esperta di alimentazione. È mamma di due figli, e da tre mesi - a 50 anni - è diventata nonna. Forse il grande pubblico la conosce meglio come Selen (FOTO), la star dei film hard che per otto anni ha affascinato non solo gli italiani ma i maschi di mezzo mondo. Un passato che lei oggi non rinnega, ma che considera una parentesi chiusa che comunque ha rappresentato un passaggio importante della sua esistenza. "Poiché mi piace reinventarmi, di rinascere dalle mie ceneri come la fenice, dieci anni fa ho deciso di dedicarmi a un campo che mi ha sempre affascinato: il benessere. Ho studiato, ho frequentato corsi, oggi sono estetista e curo molto anche l’alimentazione, faccio coaching di Pnl".
Diciotto anni fa ha lasciato definitivamente il mondo della cinematografia a luci rosse, proprio quando era all’apice della carriera. Ma che cosa l’aveva spinta ad avvicinare quel mondo? "Io sono nata con una passione per la conoscenza della sessualità. Era qualcosa che mi incuriosiva fin da bambina. Non era una curiosità morbosa, ma naturale, come quella che un altro bambino può avere per il calcio, o per il montaggio del Lego. Ero curiosa di scoprirla in tutte le sue sfaccettature. Per questo, come disse Oscar Wilde, una volta che hai visto tutto, sperimentato tutto, procedi oltre. Io ho smesso un gradino prima di arrivare all’apice. Avrei potuto guadagnare ancora tanti soldi, diventare famosa a livello mondiale, ma ho voluto lasciare. Per me era solo un passaggio". Cosa ha trovato in quel mondo? "Ci sono stati tanti lati positivi, mi ha permesso di sentirmi a posto con la mia fisicità, con il mio corpo. Ho superato i timori di tante donne - e anche uomini - di non essere all’altezza, di non essere abbastanza attraente, di non saper soddisfare il proprio compagno. Prima di cominciare avevo i complessi di tutte le adolescenti. Io venivo da una famiglia fondata su grandi valori tradizionali: soprattutto la famiglia e il matrimonio". È vero che diceva a suo padre: "Sporco capitalista"? "Erano momenti di ribellione. In realtà mio padre è una delle persone che stimo e rispetto di più. Però era petroliere, e io credevo in un mondo più pulito. Sono sempre stata un’idealista. I miei ideali erano un mondo pulito, la salvaguardia della natura, la lotta all’ipocrisia". Ma il mondo del porno rispecchiava questi valori? "Nella sua trasgressione sì. Poi, quando ci entri dentro e lo vivi, scopri che anche qui esistono le contraddizioni. Scopri che i produttori ti considerano solo una macchina da soldi, non gliene frega niente dei tuoi sentimenti, delle tue esigenze sentimentali e personali. Non mi sono mai detta: lo faccio perché voglio un mucchio di soldi. Per me è sempre stato questo: vado a farlo perché è ‘trasgre’ (trasgressivo, nel gergo giovanile) e quindi figo. Allora come oggi c’era una cultura consumistica, ma oggi c’è meno ideologia. Ai giovani di oggi non gliene frega niente. Noi invece avevamo un credo. Anche entrare nel porno è stata una forma della mia ribellione. Io sono andata via di casa a 18 anni per andare a vivere nelle comuni sui monti. Ci chiamavano le ‘zappe selvagge’: sull’Appennino occupavamo i casolari abbandonati, vivevamo dell’orto, delle castagne, della bacche, e capitava anche di fare l’amore libero, ma non necessariamente".