Beppe Alessi compleanno, il simbolo della Reggiana spegne 43 candeline

200 presenze in granata per il numero 10, icona degli ultimi 20 anni del club

Giuseppe Alessi saluta il suo pubblico

Giuseppe Alessi saluta il suo pubblico

Reggio Emilia, 15 aprile 2015 – Il 15 aprile, per la Reggiana, non rappresenta solo il compleanno dello stadio. Spegne le candeline, infatti, Giuseppe Alessi, di certo il giocatore più simbolico dell’ultimo ventennio, che oggi festeggia le 43 primavere. Duecento presenze tra campionato e playoff, condite da 47 centri, con la maglia numero 10 sempre sulle spalle. Come spesso accade nella storia recente granata, manca il lieto fine, rappresentato da quella promozione in B che nel XXI secolo ha turbato parecchio i sogni di tutti i supporters. Un dolore che il fantasista nato e cresciuto nel Torino ha potuto toccare sulla sua pelle, col rigore sbagliato nella semifinale playoff del 2015 col Bassano, ma che di certo non ha scalfito il suo posto tra i grandi della storia del club. Arrivò a Reggio nel settembre 2007 con la squadra in C2, proveniente da un nemico giurato come lo Spezia, dove aveva contribuito alla promozione in B di due stagioni prima da protagonista, forse considerato già finito dai liguri: divenne il trequartista di una squadra, quella di Pane, che vinse il torneo e regalò una gioia calcistica ad una città che, dopo il fallimento del 2005 e le tante sofferenze degli anni precedenti, ne aveva decisamente bisogno. Nove reti quell’anno, uno solo quello dopo in C1, più un altro nella maledetta serie playoff con la Pro Patria. Nel 2009 un altro ko ai playoff, con il Pescara, ma una perla che ancora oggi regala emozioni a chi la osserva su Youtube: sfida interna col Real Marcianise, Alessi recupera palla a centrocampo, vede il portiere Fumagalli fuori dai pali e, col piede sbagliato (lui è mancino doc), manda la palla in rete. I compagni lo fanno sedere a terra e, tutti intorno, lo applaudono. Un gesto del genere riesce solo a chi il calcio lo ha nel DNA. Passano gli anni ed il giocatore resta un punto fermo dei granata: passano proprietà, allenatori e giocatori, lui è sempre al suo posto. Nel 2011/12 firma 13 centri, suo massimo storico, mentre nel 2013 salva la Reggiana dal baratro della C2 realizzando il rigore decisivo nei playout con il Cuneo. Dal dischetto, lo dicevamo qualche riga più su, si fa ipnotizzare da Grandi nel match col Bassano del 31 maggio 2015, che chiude le porte alla finale per salire in serie B. La penultima apparizione in granata di Beppe, che giusto un anno dopo, l’8 maggio, veste per l’ultima volta la sua maglia per un quarto d’ora, segnando proprio dagli undici metri il gol del provvisorio 2-1 col Bassano. Poi la sostituzione, la standing ovation ed i saluti. In silenzio, perché non è mai stato uno da toni alti. Nemmeno quando, per errore, la Reggiana ha dimenticato il suo nome sulla maglia del centenario. L’unica occasione in cui è andato sopra le righe quando c’era da far parlare il suo sinistro, che tante emozioni ha regalato al popolo di fede granata.