Abusi sulle colleghe di volontariato, arrestato

Un 50enne ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale durante i turni in un’associazione di pubblica utilità della val d’Enza

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di Francesca Chilloni

Avrebbe molestato cinque colleghe di un’associazione di volontariato della val d’Enza nella quale prestava servizio. Per questo un 50enne è finito agli arresti domiciliari. È una sgradevole e grave vicenda quella che ha visto un uomo residente a Reggio approfittare dal 2018 ad oggi del suo ruolo e dei turni di servizio in cui era solo con alcune donne per mettere loro le mani addosso e fare proposte oscene: una giovane lo ha denunciato, le altre quattro hanno raccontato i comportamenti sessualmente aggressivi dell’uomo ai carabinieri che hanno condotto l’indagine e che mercoledì – con in mano un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip – hanno fatto scattare le manette ai suoi polsi. L’associazione, raccogliendo la segnalazione della giovane, ha aperto un’indagine interna, mettendo a disposizione della vittima anche uno psicologo per aiutarla ad elaborare il trauma subito. Quindi ha collaborato coi carabinieri negli accertamenti. Era anche stata iniziata una procedura di sospensione (propedeutica al licenziamento) del molestatore, che ha anticipato l’iter dimettendosi in modo spontaneo. L’uomo ora è accusato di violenza sessuale continuata commessa con l’aggravante di aver abusato dei doveri di un pubblico servizio nonché di averla commessa ai danni di persone esercenti una professione sanitaria o comunque un’attività di pubblico servizio.

Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà con altri approfondimenti investigativi per consentire al giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagato.

Stando a quanto ricostruito, gli episodi si sono verificati nel corso dei turni ed i servizi effettuati dal molestatore insieme ad alcune donne. Forse pensando che palpeggiare le colleghe nelle parti intime fosse un comportamento normale, in più occasioni avrebbe toccato delle volontarie, facendo anche affermazioni e richieste a sfondo sessuale. Una situazione che per una delle donne era ormai diventata insostenibile e che, con l’avallo degli stessi responsabili dell’associazione, è stata portata all’attenzione dei carabinieri che hanno condotto interrogatori e raccolto i racconti delle varie vittime sotto il costante coordinamento della Procura. Numerosi gli episodi ricostruiti grazie anche a testimonianze di persone che avevano raccolto confidenze delle vittime.