Addio Capanni, maestro campanaro

Lo storico titolare dell’omonima fonderia si è spento a 99 anni: ha attraversato il secolo con le sue creazioni

Addio Capanni, maestro campanaro

Addio Capanni, maestro campanaro

Mute la campane di Castelnovo Monti, in lutto per la scomparsa dell’ingegnere Enrico Capanni, titolare dell’omonima storica Fonderia Capanni, che nei giorni scorsi si è serenamente spento all’età di 99 anni, circondato dall’affetto dei suoi familiari.

I funerali si sono svolti in forma strettamente privata nel rispetto della volontà della famiglia. La notizia della scomparsa dell’ingegner Enrico Capanni si è comunque diffusa ben oltre la montagna proprio per la sua fonderia, avviata in forma artigianale alcuni secoli fa da suoi predecessori: lui ha saputo diffonderne la notorietà, portando le famose ‘campane Capanni’ in ogni angolo del mondo, vere opere d’arte artigianali. Un binomio – Paolo ed Enrico – che sta andando avanti da alcune generazioni non solo mantenendo viva la Fonderia Capanni, ma facendola crescere ad ogni passaggio: Enrico aveva raccolto l’attività dal proprio padre Paolo che a sua volta l’aveva raccolta dal nonno Enrico e che adesso passa nelle mani del figlio Paolo.

Un esempio unico di azienda familiare nata alla periferia sud di Castelnovo Monti, diventata storica sia per la lavorazione artistica che per la diffusione delle campane ovunque.

In questo specifico settore, Enrico Capanni, ha realizzato opere memorabili che sopravviveranno nei secoli a venire. Basti ricordare la monumentale campana Maria Dolens che ancora oggi, a 60 anni di distanza, con le sue ventitré tonnellate di peso è una delle campane più grandi al mondo. Senza contare le decine di migliaia di campane fuse e installate in Italia e nei punti più lontani del pianeta: Giappone, Australia, Brasile, paesi dell’Africa, ovunque si diffonde l’eco delle campane Capanni.

La prima campana della pace ‘Maria Dolorens’ di Rovereto (Trentino), fusa da Colbacchini il 30 Ottobre del 1924 a Trento con il bronzo dei cannoni offerto dalle Nazioni partecipanti alla prima guerra mondiale, venne rifusa la terza volta, con il materiale della precedente, dalla Ditta Capanni, su decisione della Reggenza. Quello fu un impegno straordinario anche solo per il volume della campana difficile da realizzare e non a caso per due volte si era rotta. Il lavoro presso la Fonderia Capannin durò ben quattro anni, fu esposta anche a Milano in piazza del Duomo e il 31 ottobre 1965 finalmente la campana venne benedetta in Piazza San Pietro dal Sommo Pontefice Paolo VI.

L’ingegner Enrico Capanni era molto stimato dai suoi collaboratori per la realizzazione di opere artistiche, numerosi gli artisti di fama internazionale hanno collaborato con lui e tra questi, ricorda il figlio Paolo: Claudio Parmiggiani, Andrea Roggi, Jannis Kounellis, Carl Rapp, Eric Anderse e molti altri.

In questi ultimi anni l’attività di costruzione delle campane, tuttora fiorente con una ventina di dipendenti e collaboratori, viene portata avanti dal figlio Paolo in linea con la tradizione familiare. Enrico Capanni lascia la moglie Laura, il figli Paolo e la figlia Iride, nipoti e parenti. I funerali si sono svolti lunedì in forma privata nella chiesa di Garfagnolo (Monteduro) indi al cimitero locale. La famiglia, commossa, ringrazia i collaboratori di una vita di lavoro e chi gli hanno prestato affettuosa assistenza in questi ultimi anni di vita del caro defunto Enrico Capanni.

Settimo Baisi