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Affresco misterioso e antica Pieve. Ecco il Bollettino Storico Reggiano

È stato stampato in questi giorni il Bollettino Storico Reggiano n° 185, edito dalla Deputazione di Storia Patria per le...

È stato stampato in questi giorni il Bollettino Storico Reggiano n° 185, edito dalla Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi - Sezione di Reggio Emilia.

Il volumetto (che si può trovare in sede e al negozio Bizzocchi) contiene tre interessanti studi riguardanti aspetti particolari della nostra storia locale.

Il primo riguarda Prato, oggi frazione di Correggio, ma, in un lontano passato, antica pieve reggiana che curò l’evangelizzazione di quel territorio fino al 1591, quando, per volere dei Marchesi di San Martino in Rio, fu soppressa per finanziare la erigenda Collegiata di San Martino. Autore dello studio è Rodolfo Pellini, il quale, innamorato com’è del suo paese, ne narra la storia compiendo una veloce cavalcata attraverso i millenni, dall’antico villaggio ligure dell’età del ferro, passando agli Etruschi, ai Galli, ai Romani, fino ai Longobardi, il tutto documentato da un ricco apparato fotografico che ci mostra gli antichissimi reperti archeologici rinvenuti in loco; passando poi ai documenti scritti tramandati fino a noi.

Il secondo studio è di Giuseppe Ligabue, che esamina un affresco rinvenuto in un corridoio posto tra la chiesa e la sagrestia di San Francesco a Reggio, che reca ben chiara la data del 1356. L’affresco, di autore ignoto, ma di probabile provenienza umbra o toscana, rappresenta la Vergine col Bambino, ha caratteristiche particolari ed è stato felicemente restaurato nel 1995. Ligabue lo confronta con altri dipinti simili coevi, rimarcandone somiglianze stilistiche e definendolo "deliziosa opera compiuta da questo artista ancora senza nome chiamato al cenobio francescano di Reggio".

Completa il Bollettino Storico Reggiano 185 un accurato studio di Zeno Davoli su alcune micrografie di probabile origine reggiana: si tratta di fogli scritti a caratteri minutissimi, addirittura illeggibili a occhio nudo, che riportano interi libri: l’Eneide nella traduzione di Annibal Caro, la Gerusalemme liberata, La secchia rapita, oltre a drammi meno conosciuti e a sonetti del Metastasio; una vera chicca per appassionati di stampe antiche. L’autore di queste micrografie è Vincenzo Buzzi (Lentigione 1798 - Reggio 1870), un maestro che fu coinvolto nelle turbolenze politiche del 1821 e, nonostante le sue capacità artistiche, non fece molta fortuna e morì al Ricovero di mendicità.