’Angeli e Demoni’, via al processo più atteso

La storia che ha scosso l’Italia approda in tribunale. Alla sbarra 17 imputati, tra cui l’ex responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza

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di Alessandra Codeluppi

Da una parte gli ‘angeli’, ovvero i bambini che sarebbero stati sottratti ai loro genitori in modo illecito. Dall’altra i ‘demoni’, coloro che tra assistenti sociali e altre figure educative avrebbero manipolato le loro menti e falsato carte per dipingere le famiglie in modo negativo e giustificare così gli allontanamenti dei minori. L’inchiesta sui fatti di Bibbiano, che ha scosso l’Italia, condotta dal pm Valentina Salvi che ha coordinato i carabinieri, approda al vaglio del tribunale: stamattina comincia infatti il processo per i 17 imputati che nel novembre scorso il gup Dario De Luca ha rinviato a giudizio. La figura centrale è Federica Anghinolfi, di Montecchio, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza. C’è anche l’assistente sociale Francesco Monopoli, suo ex braccio destro. Entrambi devono rispondere di numerosi episodi che riguardano il trattamento dei bambini e la documentazione che li riguardava. Poi c’è il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio in concorso con altri, per la vicenda dall’affidamento senza bando di gara della psicoterapia alla struttura pubblica ‘La Cura’, dove operavano Claudio Foti e i professionisti del centro di Torino ‘Hansel e Gretel’. In novembre il gup De Luca aveva condannato a 4 anni Foti e assolto l’assistente sociale Beatrice Benati, entrambi giudicati col rito abbreviato. E aveva dichiarato il "non luogo a procedere" per altre quattro persone. Stamattina le parti sono convocate davanti alla Corte dei giudici presieduta da Simone Medioli Devoto, a latere Chiara Alberti e Michela Caputo. Stamattina altri potrebbero decidere di presentare richiesta di costituzione di parte civile, su cui le difese potranno poi sollevare eventuali questioni. E c’è chi potrebbe domandare la citazione in giudizio come responsabili civili di alcuni enti pubblici (chiamati dunque a risarcire in caso di condanna). Si presume che il processo sarà denso di emozioni e molto combattuto: rivivranno dolore e rabbia delle famiglie, a cui si opporrà la voce degli imputati che, finora, si sono proclamati estranei.