Aniello Iazzetta era morto da tre giorni

Omicidio in via Stalingrado, per il medico legale il decesso risale a domenica. Oggi l’autopsia: si sospetta l’utilizzo di spranghe o bastoni

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Aniello Iazzetta era morto da tre giorni. E’ quanto ha stimato il medico legale, intervenuto in via Stalingrado mercoledì nel tardo pomeriggio, dopo la segnalazione del corpo senza vita del 51enne originario di Afragola (Napoli). L’autopsia sarà eseguita solo nella giornata odierna. Ma il primo riscontro lascia pochi dubbi: il decesso è da ricondurre alla giornata di domenica; da lì in poi Iazzetta è stato abbandonato senza vita col cranio fracassato per tre lunghi giorni, fino a che il coinquilino (che abitava al piano mansardato superiore, ma con lui condivideva il bagno) non vedendolo più nella zona comune ha deciso di varcare la soglia di casa, trovando in camera da letto il corpo senza vita del 51enne. Solo a quel punto, ovvero mercoledì verso le 14, è stato lanciato l’allarme.

Al momento i carabinieri non si sono sbilanciati sulle cause del decesso. Formalmente non si indaga ancora per omicidio, almeno in attesa dell’autopsia odierna, che stabilirà l’esatta dinamica della morte. Ma come spieghiamo nel pezzo a fianco ci sono due indagati, mentre i testimoni portati mercoledì sera in caserma hanno solo solo chiarito come e perché conoscevano Aniello Iazzetta, e quando è stata l’ultima volta in cui si sono incrociati la scorsa settimana. Dettagli comunque importanti, visto che il focus ora è capire chi sia entrato e uscito dal civico 3 tra sabato e domenica.

Ma al netto dell’autopsia, gli inquirenti definisco le condizioni del 51enne "molto sospette". L’uomo infatti aveva la testa fracassata, e un evidente ematoma a un occhio; traumi difficili da ricondurre a una banale caduta. La parola omicidio non viene mai nominata, seppur appaia come l’inevitabile epilogo di questa tragica vicenda.

Altrettanto vero però che Iazzetta ha avuto trascorsi estremamente difficili. In via Stalingrado, una laterale quasi invisibile di via Fratelli Cervi, nascosta tra cantieri, qualche negozio e un ferramenta, era arrivato da circa 20 anni. Nel 2004 si era spostato con una donna barese, con cui aveva avuto una figlia. Una storia all’apparenza felice, ma che aveva preso una piega sbagliata fin da subito. I rapporti con la moglie sono diventati turbolenti: litigi, contrasti, rabbia. Fino al divorzio. Poi una lunga escalation tra denunce ai servizi sociali e comparse in tribunale per decidere il futuro della piccola. L’appartamento al civico 3 di via Stalingrado, seppur fatiscente, era rimasto al 51enne. L’uomo (che non aveva un lavoro stabile) era noto ai servizi sociali, pur senza mai prenderlo in carico. Inoltre aveva alcuni precedenti di polizia per reati contro il patrimonio.

Tornando alle condizioni del 51enne, le ferite al volto sembravano da ricondurre all’utilizzo di un bastone o una spranga, ma non è da escludere anche una serie di pugni scagliati con estrema violenza. Solo l’autopsia oggi rivelerà l’esatta dinamica. Ma gli inquirenti (coordinati dal pm Valentina Salvi) sono ormai consapevoli di dover rintracciare il possibile assassino di Aniello Iazzetta.

ste. c.