"Appassionato di volo, gli ho insegnato io Era molto prudente"

Il mondo di Ivano Montanari, 61 anni, deceduto a bordo del suo velivolo e ritrovato domenica sull’Appennino modenese, si divideva tra Due Maestà dove viveva con la moglie e uno splendido boxer che fa la guardia alla loro villetta e la Top Gun al Campovolo, il luogo della sua più grande passione: il volo.

"Gli ho insegnato a volare io. Che posso dire in un momento come questo? Penso sia stato uno studente modello, magari per centinaia di ‘alunni’ una definizione di questi tipo è fuori luogo, ma per Ivano, no. Lui lo era veramente", chi parla è Paolo Parmiggiani, direttore, istruttore e consigliere della Top Gun, di cui Montanari era socio: "Ha preso il brevetto ‘Over 50’, impegnandosi con grande scrupolo e regolarità. Era un pilota estremamente prudente e molto ligio a quelle che sono le regole del volo – spiega Parmiggiani –. Probabilmente è stato vittima di una concatenazione di tragici eventi, venendosi a trovare in condizioni inaspettate ed estreme. Oltre non mi permetto di andare, perché c’è un’indagine in corso (in realtà sono due: della procura di Modena e dell’Agenzia per il volo, ndr). Tra tutti noi membri della scuola di volo si vivono questi momenti con indiscutibile cordoglio. Montanari si era fatto ben volere dai soci e dirigenti della scuola. Lo ricordiamo tutti come una persona a modo, carina e disponibile".

"Veniva a prendere il caffè tutti i pomeriggi – racconta Massimiliano Cattani, contitolare dell’omonimo bar sulla rotonda di quel piccolo agglomerato di case alle porte di Reggio, su via Martiri di Cervarolo –. Si fermava qui mentre accompagnava a spasso il suo cane. Era una persona educata, amabile. Con questa passione sfrenata per il volo. Con mia cugina, con cui gestiamo il bar, trascorreva tanto tempo a parlare dell’emozione che si prova a stare in aria. Lei fa paracadutismo, quindi si confrontavano continuamente sul significato di stare in volo e ammirare tutto dall’alto".

ni. bo.