Assassinato a martellate, fermato il figlio

Secondo gli inquirenti, Marco Eletti voleva l’abitazione dei nonni ma i genitori si opponevano: così li avrebbe assaliti

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di Antonio Lecci

Ci sarebbe la mano del figlio, Marco Eletti, di 33 anni, dietro ai fatti di sangue di sabato pomeriggio nell’abitazione di via Magnanini a San Martino in Rio. Dopo un lungo interrogatorio, ieri mattina il giovane impiegato tecnico con la passione per letteratura e romanzi, è stato sottoposto a stato di fermo. Il sospetto è che sia lui il responsabile dell’omicidio del padre, il 58enne Paolo Eletti, e del tentato omicidio della madre, la 54enne Sabrina Guidetti, gravissima al Santa Maria Nuova.

Durante il lungo interrogatorio, davanti al sostituto procuratore Piera Giannusa e all’avvocato di fiducia Maria Rosaria Valenti, sarebbero emerse incongruenze tra il racconto del 33enne e i risultati delle indagini ancora in corso, che sono proseguite anche nella giornata di ieri, con gli specialisti in tuta bianca dei reparti scientifici nell’abitazione transennata da nastro biancorosso e sottoposta a sequestro già dall’altro pomeriggio.

Quello che inizialmente poteva apparire come il drammatico esito di un violento diverbio tra moglie e marito – con l’uomo colpito a morte alla testa con un martello e la donna a tentare successivamente di togliersi la vita tagliandosi i polsi – è apparso, tra le ipotesi degli inquirenti, come una messa in scena del figlio.

Lo stesso che, pochi minuti dopo le 17 di sabato, si è attaccato al telefono per mobilitare la centrale operativa del 118, segnalando di aver trovato in casa due persone ferite gravemente.

A quel punto sono arrivate due ambulanze, l’automedica, diverse pattuglie dei carabinieri, oltre ai vigili del fuoco per la presenza di un principio di incendio nel garage annesso all’abitazione.

Ma quale sarebbe il movente di un fatto di sangue così tremendo? Potrebbero esserci interessi economici, in particolare la proprietà dell’abitazione dei nonni del giovane impiegato, il quale vive da qualche tempo a Gavasseto.

Sempre restando, almeno per ora, nel campo delle ipotesi, non si esclude che Marco possa aver colpito il padre alla testa, per poi simulare il gesto estremo della madre, forse dopo averla stordita con qualche farmaco. Altrimenti, di fronte alla scena violenta contro il capofamiglia, la donna avrebbe perlomeno urlato o tentato di fuggire. E nel cuore di quartiere residenziale, quella situazione non sarebbe passata inosservata. C’è poi il principio di incendio nel garage, in un’area differente dalla scena del delitto: un piccolo rogo, sprigionato in uno spazio limitato, forse un contenitore. Particolari, questi, che fanno pensare a un possibile tentativo di bruciare qualcosa, forse elementi "scomodi", da distruggere per sempre.

Le indagini, avviate da subito con la massima attenzione e isolando totalmente la "scena del delitto", sono proseguite per ore. Solo verso le 23,30 è stato fatto recuperare il cadavere di Paolo Eletti, che gli operatori dell’agenzia Rossi hanno trasferito direttamente alla Medicina legale di Modena, in attesa dell’autopsia.