Braccialetto elettronico e divieto di avvicinarsi per l’uomo che picchiava la moglie incinta

Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e applicazione del braccialetto elettronico. E’ questo l’esito dell’udienza di convalida, avvenuta ieri nell’aula presieduta dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il tribunale di Reggio, dottor Luca Ramponi, nei confronti del quarantenne impiegato di orgini marocchine che domenica scorsa aveva preso a calci e pugni la moglie 32enne, all’ottavo mese di gravidanza.

"E’ mia moglie, la picchio quando voglio", avrebbe detto alla madre di lei, intervenuta a casa della coppia dopo che la donna le aveva inviato su Whatsapp le foto con evidenti segni di violenza sul volto. Il pubblico ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, mentre l’avvocato Enrico Fontana del foro di Modena, difensore di fiducia del 40 enne, ha chiesto il divieto di avvicinamento alla compagna e l’utilizzo del braccialetto elettronico. Misure cautelari che sono state accolte dal giudice Ramponi, che ha ravvisato nell’applicazione del divieto di avvicinamento alla casa famigliare e ai luoghi frequentati dalla moglie ad una distanza non inferiore a 1500 metri oltre che all’applicazione del braccialetto elettronico, quelle idonee per la non reiterazione del reato.

La donna, dopo l’intervento dei carabinieri, era stata trasportata all’ospedale di Sassuolo per essere medicata e soprattutto per valutare che non vi fossero conseguenze importanti in relazione allo stato di avanzata gravidanza che presentava. Le erano state prescritte due settimane di prognosi.

Ni. Bo.