Chat Palamara: Mescolini trasferito. Deve lasciare la Procura di Reggio Emilia

Il plenum del Csm: "Credibilità deteriorata". Sarà trasferito fuori regione. Fra gli addebiti interventi per non danneggiare il Pd

Luca Palamara e Marco Mescolini

Luca Palamara e Marco Mescolini

Reggio Emilia, 25 febbraio 2021 - Toni ancora più duri di quelli già messi nero su bianco, pronunciati dal consigliere del Csm, e noto pm antimafia, Nino Di Matteo. E una preghiera che sembra annunciare un intento clamoroso: "Un magistrato che uscisse da qui con l’ignominia di essere vicino a una parte politica, per me sarebbe la fine della mia magistratura e del mio contributo a essa".

Parole accorate di Marco Mescolini, ex pm della Dda di Bologna che ha seguito il processo di ‘ndrangheta Aemilia, e dal 2018 procuratore capo a Reggio Emilia, e che dovrà lasciare l’incarico in città e sarà trasferito fuori regione. Lo ha deciso il plenum del Csm, all’unanimità, ratificando quanto deliberato dalla Prima commissione, cioè l’incompatibilità ambientale.

La credibilità di Mescolini, spiega il plenum, "è stata fortemente deteriorata". La vicenda nasce da un intreccio tra il caso Palamara, la politica e gli equilibri all’interno della Procura reggiana, col sospetto, ventilato da più parti, di un suo operato a sostegno del Pd. Nel maggio 2020 il Carlino pubblica in anteprima le chat tra il giudice reggiano Gianluigi Morlini, ora sotto processo disciplinare, e l’ex togato romano Luca Palamara.

Morlini si dice 'pressatissimo' da Mescolini per la sua ratifica a Reggio. Il procuratore convoca i pm reggiani: "Giuro sui miei figli di non conoscere quasi Palamara".

Ma in agosto escono le chat tra Mescolini e Palamara. Si scatena una campagna stampa, in cui anche Giovanni Paolo Bernini, politico di Forza Italia prosciolto in Aemilia, parla di "indagini risparmiate a esponenti del Pd". Quattro pm reggiane - Isabella Chiesi, Maria Rita Pantani, Valentina Salvi e Giulia Stignani - inviano un esposto al Csm. Nell’inchiesta sui bandi pubblici del Comune di Reggio, dicono che il procuratore ha voluto posticipare le perquisizioni a dopo il ballottaggio. Su Angeli e demoni, parlano di avvisi di fine indagini da lui posticipati per non inviarli nel gennaio 2020, mese delle regionali. Al plenum, Di Matteo ha elogiato «il coraggio delle pm» e rincarato la dose: "Non importano i tempi, ma la rivendicazione pubblica di Mescolini: quella di una procura brava a non interferire con le elezioni. E il problema è che il sindaco di Reggio Luca Vecchi si è sentito di esprimere solidarietà al procuratore», dopo le polemiche di agosto.

Leggi anche 

Approfondisci:

Mescolini si difende: "Avrei ritirato la domanda"

Mescolini si difende: "Avrei ritirato la domanda"

Durissimo l’avvocato Franco Gaetano Scoca, difensore di Mescolini: "A me sembra che la Prima commissione sia stata attenta, ma a senso unico". Mescolini invoca: "Non posso tollerare che si affermi che faccio il magistrato guardando i bianchi o i rossi. Risparmiatemi quest’onta: non merito di essere allontanato sine die come penso sia mai successo su questi presupposti".

Non manca chi elogia Mescolini per il suo valore professionale, come il procuratore generale Giovanni Salvi: «Ha molti meriti, tra cui indagini di rilievo come ‘Aemilia’ che non era a favore di una parte». Ma per Mescolini tutti i voti sono «a favore» del trasferimento