Reggio Emilia, cieca dopo un infortunio, ma costretta a lavorare: fa un incidente grave

Una operatrice sanitaria aveva ricevuto un ordine di servizio dall’Ausl. Le chiedevano di rientrare per fare prevenzione Covid. Lei ora ha fatto causa

Cieca dopo un infortunio  ma costretta a lavorare:  fa un incidente grave

Cieca dopo un infortunio ma costretta a lavorare: fa un incidente grave

Reggio Emilia, 31 marzo 2023 – Sarebbe stata costretta a lavorare nonostante un grave infortunio subito proprio sul posto di lavoro, che le avrebbe causato un importante danno alla vista. E a causa della riduzione del campo visivo, è successivamente rimasta vittima di un gravissimo incidente stradale ma le sarebbe stato imposto nuovamente di riprendere l’attività lavorativa. Una 49enne di Carpineti ha denunciato con le ipotesi di reato di minacce, lesioni personali, stalking e pandemia colposa i legali dell’Ausl di Reggio, un dirigente dell’azienda sanitaria locale e un medico aziendale della stessa. La donna si era presentata a luglio dello scorso anno alla stazione dei carabinieri di Carpineti e ora sono in corso le indagini per far luce sulla vicenda. Contestualmente è iniziato il procedimento civile, con la nomina di un consulente medico legale da parte della presunta vittima: il dottor Corrado Mirco Farioli. Nel frattempo la donna ha percepito la pensione di invalidità per cecità, riconosciuta in commissione a Bologna.

Infatti la commissione, davanti alla quale la donna si è presentata con la tutela medico legale, l’ha ritenuta pensionabile per grave stato di malattia.

La vicenda ha inizio nel 2019 quando la donna, durante l’esercizio della propria attività lavorativa al Csm di Montecchio rimane vittima di un infortunio. Infatti a maggio di quell’anno la 49enne viene colpita alla testa da un carrello porta medicinali di ferro, riportando un trauma cranico e una contusione orbitaria e conseguente calo del visus e riduzione del campo visivo temporale e vertigini.

Nonostante le gravi lesioni, soprattutto per i problemi alla vista, alla stessa era stato imposto di recarsi comune al lavoro con un ordine di servizio.

La 49enne, alla guida della propria auto e lungo il tragitto che da Carpineti la porta a Montecchio, era però uscita di strada - secondo la denuncia - rimanendo così coinvolta in un gravissimo incidente stradale, dovuto ad annebbiamento visivo. Nella denuncia la 49enne fa presente di aver riportato nello schianto gravissimi traumi con un peggioramento ulteriore dei problemi visivi.

Ecco perché nei mesi successivi era rimasta a casa in malattia per poi sottoporsi a svariati controlli specialistici oculistici e psichiatrici.

Pur avendo contezza della cecità totale post traumatica da cui era affetta - sempre secondo quanto denunciato dalla donna - I legali e i dirigenti Ausl le avevano comunque imposto di recarsi all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo né Monti per svolgere prevenzione Covid verso gli utenti. In sostanza la donna avrebbe dovuto monitorare i temperatura dei pazienti a rischio covid-19.

Alla fine, a ottobre 2021 la donna era stata collocata in pensione anticipata per gravi motivi di salute con totale inidoneità a svolgere qualsiasi lavoro e l’anno successivo l’Ausl di Reggio l’aveva collocata definitivamente in pensione.

Ora la donna chiede giustizia, sottolineando non solo di aver subito vessazioni da parte delle diverse persone indicate nella denuncia ma anche di essere stata costretta a lavorare in condizioni sanitarie incompatibili con il lavoro stesso. Ora si attende l’esito delle indagini che - una volta chiuse - potrebbero portare alla richiesta di rinvio a giudizio per i presunti responsabili.